12 Maggio 2018

Sorrento, no del sindaco all’unione gay in un chiostro francescano

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No all’unione gay all’interno di un convento francescano di Sorrento. Arcigay: “Inaccettabile, diritti non possono essere riconosciuti a metà”

Dopo circa due anni dall’approvazione della legge Cirinnà e un bilancio di 6000 unioni civili celebrate, sembra essere ancora lontano il sogno della fine della discriminazione omosessuale. E’ ciò che è accaduto a Sorrento nei giorni scorsi.

Il sindaco Giuseppe Cuomo ha espressamente vietato la celebrazione delle nozze di Vincenzo D’Andrea e Heriberto Vasquez Ciro all’interno del convento di San Francesco di Sorrento. Il motivo: la struttura ospita su un piano le celle dei monaci francescani, il quale per accedervi passano dal Chiostro. Padre Antonio Ridolfi ha dichiarato che “le celebrazioni religiose si svolgono nella chiesa attigua. Non è per omofobia, il rispetto della persona sempre. Ma è chiaro che questa richiesta comporta delle difficoltà oggettive”.

“La discriminazione messa in essere dal Sindaco di Sorrento è inaccettabile e diventa ancora più odiosa quando un uomo delle istituzioni dice di non condividere una legge dello Stato (laico) italiano”, così Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli.

“I diritti non possono essere riconosciuti a metà e non possono valere solo in determinati luoghi e in determinate fasce orarie, Il Chiostro di San Francesco a Sorrento è un bene pubblico che appartiene a tutti e a tutte, eterosessuali, divorziati, omosessuali, lesbiche, transessuali, cattolici e non”, prosegue Sannino.

“Suppoteremo Vincenzo e Beto in ogni luogo che la democrazia ci mette a disposizione per vedere effettivamente realizzato il principio di eguaglianza, senza nessuna eccezione, anche se occorre costituirsi come Arcigay Napoli parte civile nelle sedi di un Tribunale per i danni che sta ricevendo la nostra comunità da un’azione discriminatoria. La legge è legge e il Sindaco è il sindaco di tutti e tutte, Sorrento è una delle città più belle e note al mondo e non è nel patrimonio privato del Sindaco, è una città della Repubblica italiana. Di inopportuno In tutta questa storia ci sono solo le parole di un Sindaco che non ha il senso delle istituzioni che rappresenta”, ha continuato Antonello Sannino.

“Stiamo capendo anche i margini per una manifestazione di protesta a Sorrento”- conclude il presidente di Arcigay – intanto fate domanda per celebrale la vostra Unione Civile nel Chiostro di San Francesco a Sorrento scrivete a: [email protected]”.

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