13 Ottobre 2016

Minaccia Vesuvio, perché manca il piano di evacuazione?

gran cono

La minaccia Vesuvio non sembra essere un problema per il comune di Napoli che giustifica l’assenza di un piano di evacuazione con un work in progress di firme e controfirme

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La minaccia Vesuvio è un problema concreto, poiché la natura quiescente del vulcano lo rende attivo a tutti gli effetti e come tutti sappiamo una possibile eruzione potrebbe avvenire da un momento all’altro.

Scongiuri a parte, la presenza di una reale minaccia Vesuvio non sembra preoccupare il comune di Napoli che ad oggi non ha ancora presentato alla Regione un piano di emergenza per la Protezione Civile. Il malcontento non riguarda Palazzo San Giacomo poiché a detta dei responsabili di gestione il piano ci sarebbe e sarebbe pronto, infatti come precisa il vicesindaco Raffaele Del Giudice:«Dalla scorsa estate ho aperto un tavolo permanente sul tema presso il mio ufficio, abbiamo incontri frequenti e siamo vicini alla quadratura. Entro i quindici giorni imposti dalla Regione il piano di Napoli sarà pronto».

Come se non bastasse a costituire sintomo di preoccupazione per i napoletani e in particolare per gli abitanti delle zone vesuviane, è la presenza dei Campi Flegrei, anche questi considerati a rischio per l’eccessiva vicinanza ai quartieri di Soccavo, Pianura, Bagnoli, Fuorigrotta, Posillipo, Chiaia, San Ferdinando. 

minaccia Vesuvio

Rischio Vesuvio. Fonte: Il Mattino

Una situazione di assoluta emergenza. Allora perché mancherebbe l’immediatezza di attuazione? Come spiega Raffaele Del Giudice: «La questione reale è la ricerca di adeguate vie di fuga – sospira – perché Napoli da un lato ha problemi di tenuta idrogeologica, dall’altro zone a rischio frana, ed è accerchiata da due vulcani. Non potete immaginare quanto è difficile riuscire a individuare un percorso che, in caso di emergenza, non nasconda un pericolo per le persone in fuga».

Dunque i partenopei oltre a sperare che la minaccia Vesuvio non si svegli, possono in più contare esclusivamente sull’efficacia preventiva delle cosiddette “mappe del rischio della città”, alle quali si deve aggiungere quella “dei pericoli idrogeologici” da utilizzare in sincrono con la pianta con la rete stradale della città.

Niente paura, poiché le promesse dal comune arrivano e in abbondanza anche, dal momento che come ricorda Del Giudice: «Noi stiamo fortemente pensando a un piano di protezione civile “dinamico”  che possa variare a seconda dell’emergenza che ci troviamo ad affrontare. Ma anche questo percorso va condiviso con la Regione». Intanto si spera che il Vesuvio continui a schiacciare il suo pisolino… 

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