25 Ottobre 2021

Mensa poveri di Portici rischia la chiusura: non può pagare corrente elettrica

mensa poveri di portici

Mensa poveri di Portici sull’orlo della chiusura: importanti difficoltà economiche e debiti maturati nei confronti dell’Enel. La situazione

Mensa poveri di Portici – Si chiama Mensa del Buon Samaritano ed è stata fondata a Portici dall’avvocato Riccardo Russo.

In nove anni, ha letteralmente sfamato migliaia di senzatetto, persone indigenti ed oltre la soglia della povertà ed è diventata un punto di riferimento insostituibile per quanti hanno bisogno di un aiuto concreto.

Adesso, dopo 9 anni di onorato servizio, la Mensa rischia di chiudere.

Il motivo? 23mila euro di debiti contratti con l’Enel per la fornitura di energia elettrica.

Si tratta di una situazione complessa, che avrebbe una ricaduta disastrosa anche in ambito sociale.

La struttura, infatti, ospita anche un’attività di ristorazione che permette ai giovani della zona di intraprendere un percorso professionale, in grado di allontanarli dai rischi della strada.

Il ristorante “La Terrazza” era nato non solo allo scopo di veicolare al lavoro giovani a rischio criminalità ma anche per finanziare la mensa poveri di Portici.

Il covid, racconta l’avvocato Russo ai colleghi di FanPage.it, ha inasrpito una condizione di difficoltà già sussistente prima dell’intervento dell’emergenza sanitaria mondiale.

La Terrazza ha chiuso i battenti, mentre la mensa ha continuato ad offrire un pasto caldo a quanti ne avessero bisogno e non potessero provvedere al proprio sostentamento.

Si tratta di una fetta sempre più ampia di persone, per le quali la pandemia ha peggiorato notevolmente le già difficili condizioni economiche.

La struttura pare essere entrata in un circolo vizioso: le banche non elargiscono fondi o prestiti per aiutare il ristorante a ripartire; con il ristorante chiuso, non ci sono fondi per sostenere la mensa poveri di Portici.

L’unica soluzione sembrerebbe essere rappresentata dall’inevitabile chiusura della Mensa.

L’avv. Russo confessa di aver impegnato con la banca anche la sua unica casa di proprietà e chiede alle istituzioni di intervenire per evitare la chiusura della mensa nonché una macchina per fare il pane, anche in comodato d’uso, soprattutto in considerazione della lievitazione dei prezzi dello stesso.

 

 

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