Empoli – Napoli, non c’è dignità sportiva
Empoli - Napoli è l'ennesima prestazione indecente dei Campioni d'Italia. Al netto degli accorgimenti tattici, mancano mordente e dignità.
EMPOLI – NAPOLI, NON C’È DIGNITÀ SPORTIVA – Sabato pomeriggio al ‘Carlo Castellani’ di Empoli è arrivata l’ennesima disfatta per il Napoli. Una prestazione apatica, senza la grinta agonistica, il mordente necessario per affrontare gli avversari in piena lotta retrocessione. Che grazie ai sei punti ottenuti contro gli azzurri, hanno grandi chances di permanenza in Serie A. È la terza sconfitta per la gestione Calzona, in undici gare, insediatosi a Castelvolturno il 20 febbraio. Le vittorie sono arrivate a Reggio Emilia e Monza e in casa, contro la Juventus. Ben cinque i pareggi mentre gli azzurri si sono arresi al cospetto dell’Atalanta e contro Barcellona e Empoli.
Empoli – Napoli: azzurri sempre più lontani dall’Europa
Con il tecnico di Vibo Valentia, la media punti si è abbassata notevolmente (1,27) rispetto alla gestione Garcia (1,75) ed è simile, almeno numericamente, al trimestre di Mazzarri (1,2). Gli uomini di Calzona hanno siglato 19 reti e subito 17 gol (con una media di 1,54). Complessivamente, il Napoli ha subito 54 gol stagionali, con la media di 1,29 gol a partita. In campionato sono 18 i gol in più incassati rispetto alla 33a giornata della scorsa stagione. Nelle ultime 11 gare, Meret non ha mai mantenuto la porta inviolata e si evidenzi un dato emblematico. A Fuorigrotta, la differenza reti ha un saldo negativo: in pratica sono più le reti subite che i gol effettuati. Soltanto l’aritmetica permette di nutrire ancora speranze per la Champions (con 5 posti per le italiane). In realtà gli azzurri potrebbero restare fuori anche da Europa League e Conference dopo la figuraccia di Empoli.
La controfigura dei Campioni d’Italia
Stando ai dati della Lega Serie A, il Napoli detiene il primato del possesso palla nel campionato italiano. 34′ e 26′ per la squadra di Calzona, che risulta in pole position anche per quanto concerne i tiri totali: sono 546, quarantadue in più rispetto all’Inter, che si appresta a vincere lo Scudetto. E guadagnarsi la seconda stella sulla maglia nerazzurra. Partenopei in testa anche nella graduatoria dei calci d’angolo (210). E secondi per fuorigioco (66). Il possesso palla del Napoli è nella maggior parte dei casi sterile e improduttivo. Il gran numero di occasioni deriva da giocate individuali dei migliori interpreti offensivi, Kvratskhelia e Osimhen su tutti. Con il talento georgiano, che ha viaggiato tutto l’anno a corrente alternata. E pensare che il centravanti ha saltato una buona porzione di partite. Sono tanti gli errori di misura negli ultimi venti metri, determinati dalla scarsa incisività degli attaccanti. Decisamente insufficiente il contributo realizzativo dei centrocampisti con Zielinski, quattro volte a bersaglio, ma accantonato per buona parte della stagione per problematiche contrattuali. Gli altri colleghi di reparto in rete sono stati Anguissa, in quel di Madrid e Gaetano, a Lecce, prima del prestito al Cagliari di Ranieri.
Pessima fase difensiva: Calzona ha ragione
Gli attaccanti sono i primi elementi a mettere in pratica le direttive in fase di non possesso palla. L’overperfomance della scorsa stagione ha alzato le aspettative sulla dimensione del Napoli, che avrebbe avuto grandi difficoltà a ripetersi con Spalletti. E in ogni caso, non con un ruolino di marcia da dominatore incontrastato del campionato. Un collettivo svuotato nella mente, con differenti principi di gioco da seguire. Scarsa o nulla pressione sui portatori di palla avversari, evidenti errori in fase di costruzione dal basso e molti rischi nella zona nevralgica del campo. Il tricolore cucito sul petto è sbiadito e la festa di circa un anno fa sembra un ricordo lontano. E l’intenzione, debitamente fondata, è che gli interpreti in campo vogliano andare deliberatamente contro la proprietà. La società ha commesso errori di valutazione madornali sia in estate che nelle successive scelte degli allenatori e dei calciatori a gennaio. La stagione attuale potrebbe concludersi con i partenopei fuori dopo 15 anni dalle Coppe Europee. Il casting per il nuovo allenatore è già in fermento. Tanti calciatori sono in lista di sbarco e saranno ceduti al pari di Osimhen e Zielinski. Al patron De Laurentiis e al nuovo dirigente sportivo l’ardua scelta dell’allenatore per il nuovo corso partenopeo.
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