11 Marzo 2020

Coronavirus, la conferenza stampa della Protezione civile

coronavirus

CORONAVIRUS, l’intera conferenza stampa della Protezione Civile in merito all’emergenza coronavirus sul territorio nazionale

Coronavirus – Napoli.zon ha seguito la consueta conferenza stampa della conferenza stampa della Protezione Civile, atta a fare il punto dell’emergenza legata ala diffusione del coronavirus sul territorio nazionale.

Limitate anche le presenze dei giornalisti in sala stampa, in ottica della limitazione del contagio da covid-19.

I contagiati in tutto il territorio nazionale sono, ad oggi, 10590, totale guariti 1045, 41 in più rispetto a ieri. 196 decessi, quasi tutti con patologie pregresse. Circa 600 i nuovi contagi ascrivibili alla giornata di ieri. Attualmente, 1028 sono i pazienti ricoverati in terapia intensiva e 5838 i ricoverati con sintomi.

Le terapie intensive vanno verso un deciso potenziamento: sono, ad oggi, oltre 3000 gli uomini e le donne impiegati nella gestione dell’emergenza (1872 volontari, 927 unità provenienti dalle forze armate, 255 dal dipartimento più il personale sanitario, quello delle Regioni e dei Comuni interessati dall’emergenza).

Si registra un incremento del numero di tende destinate al pre-triage, che sono attualmente 565.

Oggi sono state distribuite oltre 1mlne100 mascherine e nei prossimi 3 giorni ci saranno altre 116 consegne di ventilatori e respiratori.

Il comitato tecnico-scientifico raccomanda di rispettare le distanze di un metro come principale criterio del contenimento del contagio da covid-19 ed, in assenza di questa distanza, rende obbligatorio l’uso della mascherina.

Lo smart working continua a rappresentare la soluzione migliore dal punto di vista sanitario, ove applicabile.

Oggi ci sono stati 5 trasferimenti per alleggerimenti dalla Lombardia: 2 in Toscana, 1 in Veneto 2 in Abruzzo.

La movimentazione si rende necessaria quando gli ospedali di riferimento sono saturi e sono rispettate le condizioni di mobilità del paziente.

Per quanto riguarda i decessi, il professore Rezza specifica che non è possibile – ad oggi – stabilire quante siano le morti effettivamente ascrivibili ESCLUSIVAMENTE al coronavirus, e non alle patologie pregresse dei pazienti deceduti. Si stanno conducendo studi per fornire risposte in tal senso.

In Italia, il dato di letalità è molto più alto rispetto ai dati cinesi: la spiegazione è ascrivibile all’età media della popolazione italiana, molto più anziana rispetto a quella cinese.

Non si può standardizzare in via definitiva il tasso di letalità perché i test vengono effettuati solo sulle persone sintomatiche, quindi il tasso di letalità si alza notevolmente, dal momento che potrebbero esserci numerosi infetti ai quali non è stato praticato il tampone.

E’ stato isolato l’intero genoma del virus di un paziente lombardo e di un paziente veneto.

Il virus è sempre quello di matrice cinese, ci sono state piccole variazioni, ma non è un virus autoctono e quindi non è assolutamente un virus italiano, nuovo e diverso rispetto a quello cinese.

Le piccole mutazioni sono naturali per un virus di questo tipo e non sono andate nel senso di un incattivimento dello stesso.

L’OMS ha dichiarato lo stato di pandemia ed ha denunciato una generale svalutazione del problema da parte dei vari stati colpiti.

L’Italia, come paese colpito tra i primi dal contagio, non vede modificare molto le condizioni attuali.

L’Italia si è ritrovata il virus dentro casa, in Lombardia.

La Cina ha fatto molto per contenere l’infezione. La Corea ci sta provando energicamente, così come il Giappone.

In alcuni paese tipo Iran la situazione pare essere sfuggita di mano, e una reazione da parte dell’Unione Europa più decisa sarebbe auspicabile.

Ora anche Francia e Germania stanno prendendo provvedimenti più restrittivi.

L’Italia ha risposto bene, adottando qualche giorno fa provvedimenti forti, che vanno verso un ulteriore inasprimento.

Lo stato di pandemia permette all’Oms di spingere tutti i Paesi ad intervenire molto più energicamente ed in maniera molto più restrittiva sul contagio del virus.

La Cina ci ha insegnato molto in termini di contenimento dell’infezione, perché le misure di contenimento cinesi sono state risolutive.

In Europa si stanno applicando in modo un po’ diverso ma il contenimento severo riesce a controllare focolai anche molto grandi.

Le sperimentazioni cliniche condotte in Cina sono un faro per noi, perché ci danno indicazioni importanti sul trattamento del covid-19

Si stanno conducendo studi sui dati cinesi e sarà molto importante lo scambio di conoscenze tra medici italiani e medici cinesi.

L’autocertificazione deve essere fornita alle autorità, quando richiesto.

Si raccomanda di uscire solo per lo stretto necessario ed indispensabile. Ed anche chi va a piedi deve portare con sé l’autocertificazione.

I bambini contagiati sono pochi e superano generalmente la malattia piuttosto brillantemente.

I bambini con sintomi clinici ci sono, e questo rafforza la giustezza del provvedimento di chiusura delle scuole.

 

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