6 Febbraio 2023

Terremoto Turchia: La scossa più forte di magnitudo 7,9

Una violentissima scossa di terremoto di magnitudo 7,9 è stata registrata nel sud della Turchia, al confine con la Siria, nella regione dell'Anatolia sud-orientale

TERREMOTO TURCHIA-Una violentissima scossa di terremoto di magnitudo 7,9 della scala Richter è stata registrata nel sud della Turchia, al confine con la Siria, nella regione dell’Anatolia sud-orientale. Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime, che al momento sono oltre 700. Sono almeno 427 le persone rimaste uccise in Siria. I morti sarebbero saliti a 190. Nelle aree sotto controllo del governo, stando ai media ufficiali, i morti sono 237. A riferirne è la tv turca Trt. Oltre 1.000 i feriti. In Turchia, i morti sono 284 e i feriti oltre duemila, ha riferito il vicepresidente Fuat Oktay.

La situazione è molto tragica, decine di edifici sono crollati nella città di Salgin. Le scosse di assestamento registrate in Turchia sono oltre 40. La seconda più forte è stata di magnitudo 6,6. A causa della elevata magnitudo e della relativa vicinanza al mare, sia il Cat-Ingv che il Koeri hanno poi diramato un’allerta tsunami per il Mediterraneo, un’allerta di tipo Watch, ha sottolineato l’Ingv.

Il sisma è stato avvertito anche in Libano, Grecia, Israele e Cipro. Le autorità turche non hanno al momento dato notizie di vittime, ma alcuni video diffusi sui social media mostrano palazzi crollati in molte città della regione.

Terremoto Turchia: Italia

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni segue costantemente, gli sviluppi del devastante terremoto che ha colpito la Turchia. Esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione civile italiana ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso.

Tutta la struttura dell’ambasciata italiana ad Ankara, “si è immediatamente attivata” per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani.

L’ambasciatore spiega di aver parlato con “i consoli onori nelle varie città, da Gaziantep ad Alessandretta, che si sono messi in contatto con i nostri connazionali e proseguono le verifiche”. Nelle zone colpite, secondo Marrapodi, si trovano per lo più funzionari di organizzazioni internazionali.

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