Strage Isis: le parole dei campani a Parigi
Arrivano altre testimonianze dalla Francia, dopo il terribile attentato che ieri sera ha coinvolto Parigi. Molti i campani presenti lì. Ecco alcune dichiarazioni
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Dopo l’attentato terroristico di ieri sera, giungono le dichiarazioni di Pasquale Miola, positanese in viaggio a Parigi. Al momento degli attacchi Pasquale si trovava a pochi metri dalla sala concerti del Bataclan, uno dei punti nevralgici della strage: “Ieri sera stavo cenando con la mia ragazza in un ristorante a 100 metri dal Bataclan. All’improvviso abbiamo sentito un boato e poi visto un gruppo di persone correre via urlando per la strada. Una ventina di queste si sono rifugiate nel nostro ristorante, scatenando il panico. Una ragazza piangeva, aveva una chiazza di sangue sul petto, un altro zoppicava e perdeva sangue dal piede. Il proprietario del ristorante ha chiuso porte e finestre e spento le luci. Non capivamo nulla, urlavano in francese, non avevamo il wi-fi. Siamo scesi nella cantina del ristorante per paura che qualcuno potesse entrare e sparare ancora o che potessero arrivare proiettili sui vetri delle finestre. Alcuni dei terroristi erano davanti al nostro ristorante armati, sentivamo gli spari. È stato il momento peggiore e pensavamo di non uscire più di lì, le notizie erano poco chiare, eravamo troppe persone e l’aria era troppo tesa. La ragazza era stesa a terra e continuava a perdere sangue. Attraverso il retro della cucina siamo saliti nel palazzo e al terzo piano una signora ha fatto entrare alcuni di noi nel suo appartamento, che ci sembrava essere un posto sicuro dove stare. Fino a quando non sono arrivate le teste di cuoio che ci hanno scortato fuori dal ristorante, indirizzandoci in un posto riparato. Pensavano che in quella zona i terroristi potessero sparare sui civili dai tetti dei palazzi. Abbiamo trascorso la notte nel retro di un altro bar a 200 metri dalla sparatoria e infine in casa di una ragazza francese che ci ha aiutato a tornare in albergo in sicurezza con un taxi. L’aria a Parigi è molto tesa, le strade sono deserte e noi stiamo cercando il modo di rientrare in Italia”.
Anche quattro ragazzi di Giugliano in Campania raccontano il drammatico evento avvenuto ieri in Francia. Le due coppie, formate da Lugi, Chiara, Antonio e Cristina, erano lì in vacanza per qualche giorno e si trovavano in un ristorante nei pressi di Montmatre, quando l’attentato terroristico è avvenuto. Antonio inizia a raccontare l’accaduto dicendo: “Avevamo appena finito di ordinare quando dalla cucina del ristorante abbiamo sentito urlare. All’inizio credevamo che stessero litigando, anche perché non capiamo benissimo il francese, poi quando gli altri clienti del locale si sono avvicinati alla cucina, ci siamo alzati anche noi per vedere. Quando siamo entrati sul retro, tutti guardavano disperati verso la TV che in quel momento trasmetteva immagini di polizia e ambulanze e in sovrimpressione una scritta: ‘En direct: Paris sous attaque‘ e lì abbiamo capito che c’era stato un attentato“.
Il drammatico evento, poi, continua ad essere raccontato da Cristina, fidanzata di Antonio, che dichiara: “Abbiamo iniziato ad agitarci! Cercavamo di chiedere dove fosse successo, ma eravamo gli unici italiani e non capivamo. Qualcuno iniziava a sentire dei boati anche nei pressi del locale e il proprietario per precauzione chiuse le porte. Per fortuna però quel qualcuno si era solo impressionato. Nel locale eravamo in meno di 20 persone, la gente voleva uscire per telefonare e avere notizie dei propri parenti, ma il responsabile aveva deciso di non aprire le porte. Anche noi volevamo mandare un messaggio su whatsapp ai nostri genitori per rassicurarli, ma le linee erano intasate. Le immagini in TV intanto si susseguivano, qualcuno aveva iniziato anche a piangere per la tensione. Quando abbiamo visto le immagini dallo Stade de France con la gente in mezzo al campo da gioco abbiamo capito che si stava consumando qualcosa di gravissimo. Intanto, arrivavano le notizie di altri attentati e l’avviso da parte delle autorità di restare chiusi in casa. Abbiamo avuto paura. Non avremmo mai creduto di trovarci in una situazione del genere“. Ancora, continuano il racconto gli altri due ragazzi dicendo: “Siamo rimasti lì impietriti per 4 ore. Nessuno è uscito dal locale anche se la nostra zona sembrava tranquilla. Solo alle 1:30 circa abbiamo deciso di uscire. La funicolare di Montmatre era stata chiusa, evidentemente per ragioni di sicurezza. Siamo dovuti scendere per le scale davanti alla cattedrale e dall’alto abbiamo visto le sirene su Parigi: un’immagine inquietante. Davanti alla metro di Pigalle abbiamo incontrato degli altri italiani che ci hanno confermato tutto quello che stava succedendo. Abbiamo preso un taxi e ci siamo rifugiati nel nostro albergo dove dalla TV italiana abbiamo seguito l’evolversi della nottata senza chiudere occhio“. Infine i ragazzi dichiarano di aver chiesto alla reception di poter trovare per loro un volo che da Parigi portasse a Roma, ma gli è stato detto che purtroppo non c’erano più posti disponibili. I ragazzi, infatti, stanno ancora cercando di tornare in Italia e forse, ci riusciranno solamente domani mattina.
A cura di Irene Casa e Francesca Auletta
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