18 Febbraio 2019

Stadio San Paolo, il calo spettatori impone una riflessione…

Stadio San Paolo semideserto: urge una riflessione sulle cause dell’allontanamento della tifoseria partenopea dal catino di Fuorigrotta…

Stadio San Paolo, è emergenza presenze…

Nelle ultime uscite casalinghe della squadra azzurra si è registrato un notevole calo delle presenze sugli spalti dell’arena di Fuorigrotta.

Il dato risulta tanto più allarmante, in quanto la squadra è stabilmente al secondo posto, e pare aver ipotecato – a meno di disfatte clamorose – la qualificazione in Champions League per il prossimo anno.

Ciononostante, a gioire e soffrire sugli spalti del San Paolo, a sostenere la squadra nei momenti positivi come in quelli più complicati, paiono esserci sempre i soliti affezionati.

Lo zoccolo duro delle curve resiste alle delusioni di un campionato che pare già chiuso, con quattro mesi di anticipo e,con questo, anche gli affezionati dei distinti superiori, che continuano a seguire la squadra nelle sue imprese interne.

Il calo è netto e vistoso, tanto da far pensare che abbia ragione il numero Uno della SSCN, ad affermare che il nuovo stadio dovrebbe ospitare al massimo 30.000 posti.

Molte le motivazioni plausibili, a spiegare questo netto crollo di presenze a Fuorigrotta.

Noi di Napoli.zon, dal nostro profilo ufficiale Instagram, abbiamo provato a chiederlo a voi tifosi e le risposte sono state molteplici e variegate.

Senza dubbio, a creare un clima di generale raffreddamento, almeno al livello di partecipazione e sostegno attivo dei tifosi, è – come si è detto pocanzi – la consapevolezza che il Campionato abbia oramai ben poco da dire.

La vittoria finale pare essere stata già ipotecata dalla Juventus, che – a +13 punti sull’antagonista partenopea – sembra avere già in mano il titolo.

Allo stesso modo, i +7 che separano il Napoli dall’inseguitrice Inter mettono al riparo gli azzurri da spiacevoli sorprese e repentini capovolgimenti di fronte.

In pratica, stando così le cose, il Napoli sembra avviato ad un secondo posto quasi certo – a meno di clamorose crisi, attualmente poco prevedibili.

A scoraggiare una frangia di tifosi, i mancati acquisti di nomi altisonanti. E, a fare da contraltare agli arrivi sperati e mai concretizzatisi, la partenza del Capitano, a metà stagione e a mercato chiuso.

Una beffa, secondo alcuni, che si fatica a mandar giù.

Molti recriminano per un Campionato che giudicano falsato da arbitraggi poco univoci: secondo questi ultimi, pagare per seguire una “farsa” non sarebbe una scelta intelligente.

Altri sottolineano le condizioni tutt’altro che ottimali dello Stadio San Paolo, che ne scoraggerebbero una tranquilla fruizione.

E poi ci sono i nostalgici, quelli che hanno seguito la propria squadra del cuore anche in Serie C, quando il campionato non aveva davvero nulla da dire, lo stadio presentava le stesse drammatiche emergenze e non si lottava per nessun prestigioso trofeo.

Per questi ultimi, le motivazioni pocanzi esposte non reggono: per i fedelissimi è semplicemente impensabile non andare allo Stadio San Paolo per sostenere quella che per loro è una vera e propria “fede”.

A provare a dare e darsi una spiegazione del triste fenomeno, anche Luigi De Magistris, che, ai microfoni di Canale 9, afferma “Ripartire dopo il Sarrismo non era facile. Il Campionato è chiuso da tempo ed il secondo posto sembra esser stato ipotecato dagli azzurri. Speriamo possa concederci qualche emozione piacevole l’Europa League: diamo a Mister e squadra tutta la fiducia che meritano!“.

Un mix variegato di motivazioni, dunque, pare esserci alla base di questo raffreddamento della tifoseria partenopea.

Un raffreddamento, va detto, quale raramente si era registrato in passato, e mai con un Napoli competitivo a così alti livelli.

Una frattura che va sanata, soprattutto per il bene della squadra, il cui allenatore ha più volte chuesto a gran voce il sostegno del proprio pubblico.

Soprattutto in un momento piuttosto complicato, come quello attuale, in cui si rischia di non riuscire a trovare le motivazioni per scendere in campo con il piglio giusto e perdere quanto di buono fatto finora.

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