28 Dicembre 2022

Scoperti due pianeti simili alla Terra: potrebbe esserci vita

Hanno dimensioni e caratteristiche molto simili a quelle della Terra, sono leggermente più grandi

Da Tiscali Notizie

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È sempre più probabile che non siamo l’unica forma di vita nell’Universo: sono stati scoperti due pianeti simili alla Terra e vicini alla loro stella, solo 16 anni di luce di distanza, una condizione tale da consentire all’acqua di mantenersi allo stato liquido e ad essere adatta a sviluppare vita.

Si tratta di una scoperta del gruppo di ricerca internazionale guidato dall’Istituto spagnolo di Astrofisica delle Canarie (Iac) al quale ha partecipato anche la regione Toscana, con l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e la Scuola Normale Superiore di Pisa.

Scoperti due pianeti simili alla Terra, le caratteristiche

I due esopianeti orbitano attorno alla nana rossa GJ 1002. Il primo dei due compie un’orbita completa ogni 10 giorni mentre l’altro impiega poco più di 21 giorni. “I due esopianeti sono interessanti e vicini a noi, la scoperta ce li mostra com’erano sedici anni fa ed è una distanza piccola se inserita nell’ambito del nostro Universo. Hanno dimensioni e caratteristiche molto simili a quelle della Terra, sono leggermente più grandi – afferma Andrea Ferrara su Repubblica, professore ordinario di Cosmologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa- ma ci sono anche differenze sostanziali”.

Uno dei cambiamenti significativi e la differenza tra la loro stella e il Sole. Si tratta, come afferma il professore, di una stella piccola e meno luminosa tuttavia la posizione dei due esopianeti favorisce comunque la presenza di acqua allo stato liquido. È la loro vicinanza alla stessa che gli permette di compiere un giro completo in poco tempo: le stagioni quindi cambiano molto velocemente.

“Si tratta di pianeti rocciosi con acqua, dunque possiamo aspettarci asperità e montagne come sulla Terra, il panorama potrebbe non essere così diverso“, continua Ferrara. “La differenza grossa la fa la presenza di una stella diversa da quella del sole, che gli astronomi chiamano di tipo M, dal colore rosso. Di conseguenza possiamo immaginare una luce dai toni rossi ma tutto dipende dalla composizione dell’atmosfera”.

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