14 Gennaio 2016

Quagliarella, cessione per pedofilia e rapporti camorristici

Fabio Quagliarella, attaccante del Torino, si è recato al Tribunale di Torre Annunziata come testimone e parte lesa nel processo per stalking a carico del cosiddetto «poliziotto stalker» Raffaele Piccolo

[ads1] Per Fabio Quagliarella il periodo non è dei migliori. Le voci, sempre più insistenti, lo danno lontano da Torino: prossima la sua cessione. Una gran parte dei tifosi granata, non hanno perdonato il gesto di scuse inscenato da Quagliarella dopo aver realizzato un rigore contro il “suo” Napoli. Proprio la squadra di Aurelio De Laurentiis l’aveva ceduto nell’estate del 2010 alla Juventus. Ad oggi emergono ancora nuovi scenari e dettagli sul perché del trasferimento.

L’attaccante quest’oggi è giunto al tribunale di Torre Annunziata, accompagnato dal padre Vittorio e dal suo avvocato, Bartolini. Lui, insieme ad una decina di vip e professionisti di Castellammare di Stabia, ha denunciato Raffaele Piccolo, agente della postale, considerato il “poliziotto stalker”. Il suo annunciato viaggio a Napoli aveva costretto l’ufficio stampa del Torino a precisare che “sta usufruendo di un permesso speciale per testimoniare come parte lesa ad un processo”

Fabio Quagliarella ,testimone e parte lesa nel processo per stalking, spiega così al giudice Ernesto Anastasio la cessione dal Napoli ai bianconeri, durante l’udienza del processo a carico del cosiddetto «poliziotto stalker» Raffaele Piccolo. Lui, secondo il pm Barbara Aprea della Procura di Torre Annunziata, sarebbe l’autore delle lettere diffamatorie e minacciose giunte alla sede del Napoli, ma prima ancora all’Udinese e poi alla Juventus.

Come un fulmine a ciel sereno, i rapporti tra l’ex azzurro e la società andarono scemando, senza un motivo apparente come sottolinea lo stesso Quagliarella «Quelle lettere in cui era scritto che ero un camorrista e un pedofilo arrivarono anche a Castel Volturno. Da quel momento il presidente Aurelio De Laurentiis prima smise di telefonarmi, poi mi chiese di andare a vivere nel centro sportivo, infine mi ha venduto alla Juventus. Sono sempre più convinto che fosse questo il motivo, anche perché non ho mai chiesto di essere ceduto».

«Non capivo perché dovessi vivere a Castel Volturno – afferma Quagliarella – se poi a Castellammare di Stabia vivevano due compagni di squadra dell’epoca, Gennaro Iezzo e Luigi Vitale. Ho capito solo dopo che quelle lettere erano state inviate anche alla società».

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