15 Luglio 2016

Poggioreale: dal carcere messaggi di aiuto, è disumano…

Abbiamo parlato già qualche tempo fa di Poggioreale, mentre proseguivano le inchieste sulla famosa “cella zero”. Oggi arrivano altre richieste di aiuto…

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Poggioreale: “In dodici in una cella, è disumano”, con “insetti e topi che ci fanno visita”. E come se non bastasse, la assoluta mancanza di assistenza sanitaria

Arriva la rabbia dei detenuti che hanno scritto una serie di lettere destinate alle istituzioni e prima a “la repubblica”. Attraverso Pietro Ioia e la sua associazione, è sorto il bisogno di mettere in evidenza e rendere pubblico ciò che succede nel carcere degli orrori, sensibilizzando l’opinione pubblica su ciò che accade…

Come si legge da “la repubblica”, G. M. racconta:

“In una piccola cella abbiamo sei brande e due finestre, una delle quali occultata. Ci sono tavoli e sgabelli rotti, usiamo pezzi di lenzuola per legarli e tenerli un po’ più saldi, in modo da sederci e mangiare. Il bagno è minuscolo, una sola persona riesce appena a entrarci. Le mura sono piene di muffa. L’amministrazione ci consente tre docce alla settimana. Nel nostro braccio funziona una doccia su quattro. Di sera, inoltre, arriva dai bagni un cattivo odore”.

Ovviamente i problemi non finiscono qui:

“I prezzi della merce che si compra all’ interno – continua G. M. – sono elevati, la qualità dei prodotti è scarsa. Il diritto alla nostra salute non è assicurato al cento per cento, avere visite accurate dagli specialisti è un’utopia. La metà delle persone presenti in questo padiglione è affetta da disturbi psichiatrici. Non c’è un defibrillatore e dopo le 14 è attiva solo l’infermeria centrale, ma per accedere occorrono almeno venti minuti. Per la spazzatura, dobbiamo tenerla in stanza un’intera giornata, fino alle 6.30 del mattino seguente. Fare la differenziata non è consentito. La cucina centrale è piena di topi, non c’è igiene e i detenuti che vi lavorano non indossano l’abbigliamento adatto. Noi – conclude G. M. – non chiediamo nessuno sconto, chi sbaglia deve pagare, ma vorremmo essere trattati come esseri umani”.

E ancora:

“Non abbiamo farmaci a sufficienza, chi ha disponibilità economica può comprarli, ma i tempi di consegna sono lunghi. Chi ne ha bisogno vede peggiorare le proprie condizioni, chi è povero si affida alla misericordia di Dio. Le visite esterne sono un miraggio. Per un esame angiologico un detenuto ha dovuto attendere diciotto mesi. Un altro, appena entrato in carcere, dopo aver usato una coperta ha preso la scabbia”

Ma i problemi del carcere di Poggioreale non sono riconducibili solo alla struttura. Come evidenziammo già con il servizio sulla “cella zero”,

Cella 0: L’orrore del carcere di Poggioreale!

“Il problema di Poggioreale è sia nel vitto che nei comportamenti delle guardie. Alcuni ci trattano come animali. Se voglio stare pulito in cella devo comprarmi tutto il necessario, dal panno per i pavimenti alla scopa, al secchio, al detersivo. Nulla ci viene offerto. So con quali patologie sono entrato, ma non so con quali altre uscirò da qui». Dal “Milano”, un’altra testimonianza: «È giusto che chi sbaglia debba pagare il suo debito con la giustizia, però vivere in dodici in una cella per cinque è inumano. Un atto criminale da parte di uno Stato che si crede democratico”

Sia i detenuti che le associazioni in difesa dei diritti aspettano ancora chiarimenti e risposte dal governo e le istituzioni competenti.

Fonte “La Repubblica”

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