28 Novembre 2016

Iodice tra televisione e teatro, l’opinionista comico di Rai 2

Peppe Iodice è l’opinionista comico più associato alla squadra della sua città. In questa stagione, infatti, è spesso ospite di “CALCIO CHAMPAGNE” su RAIDUE…

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PEPPE IODICE TRA TV E ATRO: La sua presenza a Calcio Champagne è sempre più richiesta ed esilaranti sono le sue gag al termine delle gare di calcio con gli allenatori intervistati. Con una passione ed un amore: il Napoli. “Anche se non c’è più quello lì, siamo forti. Siamo stati sfortunati con l’infortunio di Milik ma sono convinto che ci rialzeremo!”.

Peppe è tanta televisione, ma anche molto teatro.

“Sarò a teatro con il mio “Compilescion”. Come tutti gli spettacoli comici è “work in progress”, la scaletta non è definitiva nemmeno la sera del debutto, figurarsi qualche mese prima. Vedrete e ascolterete tutta la verità, nient’altro che la verità. Ormai, più passa il tempo e meno riesco a filtrare, non riesco ad essere complice della cosiddetta finzione teatrale. Per me il teatro è la vitmaxresdefaulta ed io non riesco ad essere accomodante. Dico tutto quello che penso e di solito questo fa ridere, tanto”. Come ogni artista, non smetti mai di sognare. “Il sogno è quello di continuare a fare questo lavoro nel modo più “comodo” possibile. Avendo fatto una lunga gavetta ho il sospetto che non sia ancora finita, vorrei lavorare nei teatri più belli e prestigiosi perché lì è più facile far ridere rispetto ad una piazza di un paesello di 80 abitanti sopra una montagna sperduta. Vorrei fare sempre più televisione da protagonista perché sei coccolato e a me le coccole piacciono molto. Sono la quintessenza della pigrizia e mi sento un povero col metabolismo da ricco, quindi non ne posso più della gavetta, anzi mi sento di poter dire che odio la gavetta!”. Non solo comico, ma anche marito e papà. “Sì, sono marito e papà di Sofia e di Gloria. Sono un pigro che avrebbe l’esigenza di un maggiordomo che svolge tutte le impellenze della vita quotidiana. Sono un napoletano contento ma consapevole di non potermi adagiare sulla simpatia atavica ma di lavorare sodo per consolidare la nostra cosiddetta “marcia in più”.

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