11 Marzo 2024

La protesta degli agricoltori in Campania lancia una sfida

Una campagna di mobilitazione che durerà 100 giorni. L'annuncio della manifestazione del 13 marzo a Roma

Altragricoltura

La protesta degli agricoltori in Campania

La protesta degli agricoltori in Campania lancia un messaggio forte e chiaro: aprire la stagione delle nuove riforme agrarie e riprendersi le terre così come i contadini nel dopoguerra seppero strappare i terreni incolti dei latifondi.

Questa è la sfida che lancia Gianni Fabbris insieme al Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani durante l’incontro che si è tenuto ieri, 10 marzo presso la Fiera Agricola a San Marco Evangelista (Caserta). Sono intervenuti i presidi di: Altragricoltura, Terramia CE, Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, Uniagri, Associazione Agricoltori Salernitani, Viticoltori Sanniti, Agricoltori Liberi della Provincia di Napoli.

Un evento pubblico di confronto tra i presidi campani degli agricoltori in mobilitazione a cui hanno partecipato anche i pescatori.

La protesta degli agricoltori in Campania – I punti all’Ordine del giorno

5 i punti in discussione: 1) Controllo di mercato e concorrenza sleale, 2) Produttività e redditività, 3) Moratoria di impresa agricola 4) Riequilibrio tra imprese agricole ambiente e sviluppo territorio, 5) Riforma della rappresentanza. Sono intervenuti sui temi: Adriano Noviello (Ass.Tutela Bufala Med. Naz.), Pasquale D’Agostino (Agr. Uniti di Terra di Lavoro), Guerino Cocchiaro (Ass. Viticoltori Sanniti), Pietro Caggiano (Ass. Agricoltori Sal.), Bruno Izzo e Franco Vendemia (Terramia CE), Mario Gargano (Un. Ital. Agricoltori), Angelo Pirolo (Agricoltori Liberi della Prov. di Na.)

La protesta degli agricoltori in Campania – L’intervento di Gianni Fabbris, Altragricoltura

“Fino a due mesi fa in questo Paese la vicenda dell’agricoltura era completamente rimossa, non esisteva alcun problema in agricoltura. Il Presidente della Coldiretti all’inizio delle manifestazioni dichiarò, rivolgendosi agli agricoltori: ‘Ma cosa stanno manifestando a fare? L’Italia non è il nord Europa’. Qui per fortuna c’è la Coldiretti e quindi non c’è alcun problema.” spiega Gianni Fabbris nel suo intervento “Sembra passato un secolo da quel momento. Ora, dopo due mesi di manifestazioni, siamo in un altro mondo, un mondo che questa nuova generazione di agricoltori sta conquistando, scendendo in strada, per ricordare al Paese e alla politica qual’è la verità.

La protesta degli agricoltori in Campania – L’intervento di Gianni Fabbris

“Siamo in un mondo nuovo in cui noi tutti stiamo condividendo un momento straordinario,  in cui gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori, i trasformatori artigianali si stanno riprendendo la parola, stanno ritornando protagonisti. E nessuna organizzazione professionale di categoria del vecchio mondo, responsabile di ciò che è accaduto, potrà cancellare. Il futuro da adesso, in parte, dipende da noi, da come sapremo organizzarci, da quale spazio di partecipazione e di democrazia sapremo costruire, da quale progetto sapremo mettere in campo, di come sapremo riconquistare il futuro. Abbiamo costituito un Coordinamento partendo dal basso, raccogliendo migliaia di adesioni dalle associazioni di tutta Italia.”

La protesta degli agricoltori in Campania – L’annuncio della manifestazione del 13 marzo

“Il 13 marzo, mercoledì prossimo, il coordinamento unitario agricoltori e pescatori italiani terrà una manifestazione a Roma. Andremo insieme a Piazza del Campidoglio, tutti i presidi d’Italia che hanno deciso di costituirsi in coordinamento.” continua Gianni Fabbris “E’ un operazione che ha un obiettivo, lanceremo una campagna di mobilitazione che durerà 100 giorni. 100 giorni per riprenderci il futuro. 100 giorni in cui lasceremo Roma e torneremo nei territori per far vivere la forza di questo movimento. 5 grandi temi, quelli indicati all’ordine del giorno dell’incontro. 5 giornate di mobilitazione nazionale. Una ogni 15 giorni, due mesi e mezzo di lavoro che saranno: 1) sul controllo dei prezzi sul mercato, 2) sulla garanzia dei prezzi al campo ai costi produttivi, 3) sulla democrazia sindacale, 4) sull’indebitamento delle aziende agricole, 5) sul riequilibrio del rapporto fra agricoltore e territorio. Una nuova manifestazione nazionale questa volta costruita dal basso. L’obiettivo è aprire la stagione delle nuove riforme agrarie di questo Paese. Andiamoci a riprendere quelle terre che i contadini nel dopoguerra seppero strappare al medioevo del latifondo e che oggi sono tornate nelle mani dei nuovi latifondisti, le finanziarie, le banche, le multinazionali, gli speculatori.”

Altragricoltura

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