Il Museo CAM ospita “Fuoco cammina con me”
Fuoco cammina con me: un titolo tratto dalla acclamata pellicola di David Lynch. Un'immersione nell'elemento fuoco secondo la visione di ventuno artisti presenti al CAM Casoria Contemporary Art Museum
Museo CAM – Settembre prevede, come spesso accade, una moltitudine di eventi a Napoli. Anche il CAM Casoria Contemporary Art Museum inaugura la riapertura a fine estate con una mostra collettiva, dal 23 al 29 settembre 2022.
“Fuoco cammina con me” è il titolo della mostra collettiva internazionale a cura di Adelinda Allegretti, che si svolgerà al museo CAM di Casoria, patrocinata dal Forum Austriaco di Cultura Roma, dall’Ambasciata di Grecia, dall’Ambasciata d’Irlanda, dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata di Spagna in Italia e dall’Accademia di Ungheria in Roma. Il titolo della mostra prende spunto dal capolavoro di David Lynch Twin Peaks: Fire Walk with Me. Un filone di eventi che riprende i quattro elementi della Natura, un progetto più ampio avviato a Venezia presso ArteSpazioTempo con l’esposizione dedicata all’elemento acqua Floating in the Water, il secondo appuntamento è appunto dedicato al fuoco e proseguirà con altri due momenti curatoriali, rispettivamente sulla terra e sull’aria.
Alla mostra “Fuoco cammina con me” presso il Museo CAM di Casoria parteciperanno gli artisti:
Anthony Gerald Binns (UK), Olga Buneeva (RUS), Carmelo Compare (I), Guglielmo De Filippo (I), Joy Engelman (AU), Fu Wenjun (RPC), Valentín Gallego Gallardo (E), Tibor Hargitai (CA/HU), Marina Iorio (I), Lorella Lion (I), Roberta Minaccioni (I), Christina Mitterhuber (A), Isolda Mora Noli (USA), Catherine Perehudoff Fowler (CA), Marie Perrakis (GR/L), Silvia Pisani (I), Gianmario Quagliotto (I), Violino Mantieco (I), Fintan Whelan (IRL), Ersoy Yilmaz (TR)
Per la mostra al museo CAM di Casoria è stato espressamente chiesto agli artisti di dare forma visiva alla loro personale idea di fuoco. È così che per l’ungherese-canadese Tibor Hargitai esso si accompagna, letteralmente, in un polittico dal titolo 4 ELEMENTS? (2022), ad acqua, terra e aria. Il loro legame è indissolubile. Invece l’australiana Joy Engelmancon la sua After the Fire Has Died (2022) raffigura la distruzione tout-court; il passaggio del fuoco non lascia scampo, divora ogni cosa e lascia un mucchio di cenere e di elementi ormai irriconoscibili. Anche l’austriaca Christina Mitterhuber, in Fire & Ashes (2021), seppur in maniera meno violenta, lascia intravedere fiamme e cenere alzate dal vento. La stessa violenza è insita in Paz y libertad para Ucrania (2022) dello spagnolo Valentín Gallego Gallardo, laddove il fuoco è quello delle bombe. Non occorre certo raffigurarlo, ma evocarne il passaggio. E ancora fuoco distruttore è quello di Gianmario Quagliotto in entrambe le sue opere, Eolie, il risveglio di Vulcano 1888 (2022) e la coeva Lato alieno della Terra, cui si accompagna anche Fuoco cammina con me (2022) di Carmelo Compare, ovvero lava pura e incandescente, che procede lenta ma non lascia scampo. E a guardare l’opera del cinese Fu Wenjun, Re-reading of Art History, A Baker and His Wife, Pompeii, 1st Century AD (2019), nonostante ne dia una reinterpretazione pop, per noi che sappiamo come è andata a finire, ha la forza di un memento mori…
Quello di Guglielmo De Filippo è il passo successivo e Rinascita della Fenice (2021) riporta in maniera evidente alla vita e alla speranza, insite nella simbologia dell’uccello di fuoco. Siamo al giro di boa.
Materia nera con tre crateri rossi (2021) di Violino Mantieco sublima del tutto l’idea di distruzione. Quella superficie tanto devastata che potrebbe far pensare alla terra dopo il passaggio della lava e a dei crateri in ebollizione, diventa la rappresentazione di una trasmutazione. E se si trattasse più di un subbuglio interiore, che lento lento si fa strada dentro di noi, solo apparentemente distruggendo, in realtà per dare vita a qualcosa di ‘altro’?
Da qui in avanti il fuoco non solo non fa più paura, anzi pian piano diventa un alleato. Nella tela dell’americana Isolda Mora Noli, Rainforest Girl (2022), figura umana e natura si compenetrano a tal punto che diventa impossibile distinguerle; allo stesso modo i colori rosso e verde, complementari, si comportano come due entità, apparentemente contrapposte, che si esaltano a vicenda. Poi i delicati, piccoli e preziosi acquerelli dell’artista canadese Catherine Perehudoff Fowler, Flaming Clouds (2021) e Red Clouds #5 (2008), che accendono il cielo e il suo riflesso nell’acqua di un rosso che anima il paesaggio. Lo stesso cielo al momento del tramonto che ritroviamo in My Only Sunshine(2013) dell’artista turco Ersoy Yilmaz. Sue anche altre due ceramiche coeve, rispettivamente Match e Smoke, in cui il fuoco è quello perituro di una sigaretta.
Nelle opere dell’artista irlandese Fintan Whelan, Among the Flames I e II (2022), la potenza distruttiva del fuoco è solo un ricordo. Tutto si muove, in accordo col esso, in maniera fluida e avvolgente. Persino il rosso delle fiamme lascia il posto a colori meno impetuosi ed aggressivi, direi stemperati. Ma il rosso non scompare, anzi. Cambia ruolo. L’artista greca Marie Perrakis, nella sua Rules of the Game of Luck (2022), inserisce parole quali ‘speranza’, ‘Dio’, ‘spettro’ e molte altre ancora, ora scritte in greco antico, ora in ebraico. Quel groviglio rosso, il Fuoco Sacro della passione, racchiude in sé infinite possibilità, basta andarle a leggerle, a cercarle. Ci stiamo spostando su livelli di lettura sempre più ‘alti’. Marina Iorio dà la sua visione di fuoco attraverso Alhena (2022), la stella subgigante bianca, la terza più luminosa della costellazione dei Gemelli. Il suo nome in arabo, Al Han’ah, significa ‘marchio a fuoco’.
In A Little Magic III (Un po’ di magia III) (2001), l’artista inglese Anthony Gerald Binns richiamava con grande ironia l’idea del pentolone di stregoni e fattucchiere. È l’athanor che custodisce il fuoco della trasmutazione alchemica, una sorta di forno che per iconografia non si discosta poi molto dal ventre del vulcano. Il passaggio al lavoro di Olga Buneeva è fluido come i lavori di Whelan… Non a caso Il vulcano (2022) è un’opera ceramica e che pertanto non può prescindere dal forno. La parte esterna è scura, imperfetta, modellata forse più con l’idea di dare risalto al contenuto che al contenitore in sé, tanto che tutta l’attenzione si focalizza su quel collo foderato di rosso.
La passione che muove da dentro è il comun denominatore dei tre lavori di Roberta Minaccioni – Lidia, Paola, Romina (Mo, Profumo di albicocca) – tutti datati 2022. Ritratti di donne forti, che grazie alla loro determinazione si sono fatte strada nel lavoro e nella vita, a dispetto di ogni incertezza e paura. Anche questo è fuoco.
E parlando di fuoco non poteva rimanerne escluso colui che lo diede agli uomini, contravvenendo ad ogni ordine. Il Prometheus (2022) di Lorella Lion trae spunto dal fuoco della conoscenza e della civilizzazione, nella loro accezione più positiva, ma Prometeo è anche stato disobbediente, altrimenti il genere umano avrebbe conosciuto una storia diversa… aggiungo io. Anche qui c’è ancora l’idea di qualcosa di inarrestabile, che tutto fagocita e che quando si presenta non c’è nulla in grado di arrestarlo. Al contempo è prezioso, questo il senso della foglia d’oro. Mi piace chiudere con Anime dannate (1999) di Silvia Pisani e la passione che ne avvolge i corpi nudi, ma solo per ‘riabilitare’ l’idea delle fiamme del peccato e della disobbedienza…(Adelinda Allegretti Testo tratto dal catalogo)
Al Museo CAM:
Fuoco cammina con me, a cura di Adelinda Allegretti
CAM_Casoria Contemporary Art Museum
Via Calore, snc, angolo Via Duca d’Aosta 63 – 80026 Casoria (NA)
Inaugurazione venerdì 23 settembre dalle ore 20
alle ore 21,30 concerto e presentazione del nuovo videoclip di Sillaba
Fino al 29 settembre 2022
Orari: martedì, giovedì e domenica 10-13; mercoledì, venerdì e sabato 17-20
Info: +39 3332972239 – [email protected]
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