29 Dicembre 2019

Elezioni suppletive a Napoli: nuovo test di alleanza M5s-Pd

Foto da Pagina Facebook ufficiale di Roberto Fico

Elezioni suppletive, Fico, elezioni

Il 23 febbraio si terranno le elezioni suppletive per assegnare il seggio rimasto vacante al Senato dopo la scomparsa del Professor Franco Ortolani. 500.000 elettori al voto, in campo Roberto Fico. Sarà un nuovo test per la tenuta della maggioranza?

Dopo le indiscrezioni iniziali che volevano le elezioni suppletive in concomitanza con quelle regionali è stata finalmente scelta una data: si voterà il 23 febbraio. Le elezioni si terranno per assegnare il seggio rimasto vacante al Senato dopo la scomparsa del povero Professor Franco Ortolani. Il collegio di riferimento è quello che comprende le aree di San Carlo all’Arena, Ponticelli, ma anche Vomero e Arenella. Ai seggi si recheranno, dunque, circa 500.000 persone e potrebbe ripresentarsi lo schema che ha visto già in Umbria Pd e M5s proporre un candidato unico. Un altro test per la tenuta della maggioranza?

I fatti, i numeri (e la cronistoria) direbbero di no. Sia per la portata strettamente territoriale delle elezioni suppletive, sia perché il disastro umbro (di portata di poco maggiore in termini di elettori, ma di molto in termini di territorio) non ha fatto un graffio al Conte II. Ma mezzo milione di elettori rappresentano comunque un campione interessante, soprattutto per le valutazioni in vista delle prossime elezioni regionali.

Elezioni suppletive a Napoli e a Roma: un candidato a testa

Sarà, dunque, molto probabilmente una campagna elettorale abbastanza morbida. Per quanto riguarda il M5s, il “mediatore” sarà ancora una volta Roberto Fico, il Presidente della Camera dei Deputati, che tanto bene conosce il territorio napoletano. Lo stesso Fico, infatti, aveva proposto il nome del compianto Professor Ortolani nel 2018. Per quanto riguarda il Pd, le valutazioni verranno fatte dalla direzione provinciale dopodiché sarà Marco Sarracino, neo-segretario metropolitano, a sottoporre a Nicola Zingaretti le ipotesi sul tavolo. Si va verso un “patto di non belligeranza” tra le due maggiori forze di maggioranza, in quanto elezioni suppletive si terranno anche a Roma per assegnare il seggio alla Camera dei Deputati lasciato scoperto da Paolo Gentiloni. L’ex Premier, infatti, è stato nominato da poco nuovo Commissario europeo per l’economia.

Italia Viva: “Ci siamo anche noi”

L’ipotesi più accreditata, dunque, è quella di “un candidato a testa”. Ma bisognerà fare i conti con quella che è a tutti gli effetti la mina vagante all’interno della maggioranza. Da Italia Viva, infatti, Gennaro Migliore fa sapere che anche loro dovranno essere chiamati in causa per la decisione: “Abbiamo un senso di appartenenza alla coalizione ma nessuno può scegliere senza consultarci, quello che chiediamo è pari dignità e rispetto“.

Il centrodestra

Per quanto riguarda il centrodestra, invece, saranno tutti in campo a sostegno di un alleato di coalizione che, probabilmente, sarà esponente di Fratelli d’Italia. Questo per tre motivi: Forza Italia è in drastico declino e avrà già quasi sicuramente il candidato alle regionali (Stefano Caldoro); la Lega Nord non ha fatto presa a Napoli città; il partito di Giorgia Meloni è quello più in crescita, non solo della coalizione, ma dell’intero panorama politico italiano. Alcune indiscrezioni danno Michele Schiano Di Visconti, attuale consigliere regionale, come candidato più accreditato.

Un test nazionale? Troppo azzardato. Regionale? Probabilmente.

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