24 Maggio 2020

Cottarelli al Centro Studi Sullo: “Divario Nord-Sud? Investire in scuola e infrastrutture”

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Intervistato dal Centro Studi Fiorentino Sullo, Carlo Cottarelli ha offerto una panoramica sulla situazione economica dell’Italia presente e post emergenza Covid. Sul divario tra Nord e Sud: “Bisogna investire nella scuola pubblica e in infrastrutture”

La grande crisi sanitaria derivante dalla pandemia di Covid-19 porta (e continuerà a portare) con sé un’emergenza anche di natura economica. A fare il punto sulla situazione è stato Carlo Cottarelli, economista, già direttore del Dipartimento Affari fiscali del FMI dal 2013 al 2018 e Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica dal 2013 al 2014. Attualmente dirige l’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani. Raggiunto dal Centro Studi “Fiorentino Sullo” – sezione dell’Associazione Culturale La Ripa di Castelvetere sul Calore – e intervistato dal direttore del centro Roberto Sullo ha risposto ad una serie di domande sulla gestione presente e futura della situazione economica.Riprendiamo alcuni passaggi dell’intervista.

Cottarelli sul Decreto Rilancio

Il Decreto Rilancio (Dl 19/05/2020, n. 34, ndr) è costituito per quattro quinti da misure difensive. In sintesi, tu hai perso 100 e lo Stato ti restituisce 70, 50 o 80. Questo vale per le imprese e le famiglie. Comprende la cassa integrazione, il rifinanziamento del bonus per gli autonomi, il reddito di emergenza. Diverse sono le misure espansive, quelle che aggiungono qualcosa rispetto a quello che ci sarebbe stato in assenza del coronavirus. Queste misure sono limitate, circa 10 miliardi su 55. Tra queste ci sono eco-bonus, spese per la sanità, manca però un programma di investimenti che potrebbe, per esempio, essere indirizzato al Sud dove c’è carenza di infrastrutture

Il debito pubblico

Il debito pubblico aumenterà senz’altro, ma fino a circa 170 miliardi di deficit pubblico (lo squilibrio tra entrate e uscite) dovrebbe essere interamente finanziato dalla Banca Centrale Europea, la quale non è che si metterebbe a speculare sull’Italia. Per cui non è un debito pericoloso nel breve. Inoltre, la spesa per interessi su questi titoli acquistati dalla BCE in realtà torna al Governo Italiano attraverso la Banca d’Italia. Per cui se il debito viene finanziato dalla BCE è meno pericoloso. L’unico rischio è che a un certo momento la BCE, sempre per motivi di politica monetaria, dovrà fare il contrario di quello che sta facendo adesso. Se l’inflazione, per qualche motivo, aumentasse tra uno o due anni la BCE dovrebbe vendere i titoli e il debito dovrebbe poi essere finanziato dai mercati finanziari e sarebbe rischioso. Al momento questo rischio non è considerato rilevante, perché la presenza della BCE si vede“.

Il divario Nord-Sud: “Servono investimenti in infrastrutture e nella scuola pubblica”

Del divario tra Nord e Sud ne ho parlato nel mio libro ‘I 7 peccati capitali dell’economia italiana’. Una cosa che suggerivo era aumentare gli investimenti sul capitale umano più che su quello fisico e dunque investire nella pubblica istruzione. Secondo, farei in modo che la Pubblica Amministrazione al Sud funzioni bene. Il che vuol dire non soltanto più sicurezza, ma tribunali e servizi pubblici che funzionino bene. Poi la raccomandazione meno politically correct è che bisognerebbe fare in modo che ci fosse più spazio per la contrattazione locale, rispetto alla contrattazione nazionale per creare nuovi posti di lavoro che ora non si creano. Questo però non vuol dire abbassare i salari di quelli che lavorano già adesso, perché se lavorano adesso vuol dire che hanno un livello di produttività tale che giustifica il loro salario. Ma se si creassero altri posti di lavoro a più bassa produttività si creerebbero più posti di lavoro. Tutto oltre agli investimenti in infrastrutture, che sono necessari“.

Cottarelli sulle preoccupazioni relative alla resistenza del settore della previdenza pubblica

Il sistema Inps risente di un problema demografico che rimane, al di là dell’epidemia. Le previsioni più ottimistiche della Ragioneria Generale dello Stato dicono che il deficit tra debito pubblico e Pil aumenterà da qui al 2040. Ed erano quelle più ottimistiche, per cui non c’era spazio per Quota 100 e misure simili. Bisogna soltanto sperare che l’Italia inizi a crescere ad un tasso non dello 0,2% come nella media degli ultimi 10 anni, ma ad un tasso del 2% in 10 anni. A questo punto sarebbe tutto molto più semplice, ma ciò significherebbe fare riforme che stimolino l’aumento della produttività. Tra le principali riforme, io continuo a insistere sulla necessità di ridurre la burocrazia, meno moduli da compilare, una pubblica a che sia più veloce a rispondere, giustizia civile e amministrativa che funzionino meglio, giustizia penale più rapida. Combattere seriamente corruzione ed evasione fiscale. Ora aspettiamo questo ‘decreto semplificazione’ e vediamo cosa succederà“.

Il video integrale dell’intervista è disponibile sulla pagina Facebook del Centro Studi Fiorentino Sullo.

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