23 Marzo 2017

Confederazione degli Studenti condanna l’occupazione

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Confederazione degli Studenti, organizzazione studentesca apartitica, si è schierata contro le recenti occupazioni delle strutture della Federico II

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In seguito all’occupazione di alcuni spazi della sede di via Mezzocannone 16 della Federico II, l’organizzazione apartitica Confederazione degli Studenti ha pubblicato un comunicato, in cui si è schierata apertamente contro proteste di questo genere. Di seguito, riporteremo il comunicato, a firma del Presidente Nazionale Mimmo Petrazzuoli.

“La Confederazione degli Studenti, organizzazione apartitica che da anni guida la rappresentanza studentesca della Federico II, condanna ed isola le forme di occupazione che stanno attanagliando l’ateneo federiciano. E’ di ieri la notizia dell’occupazione da parte di un neonato movimento Nassau di alcune spazi di Via Mezzocannone 16 dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Spazi che a breve, grazie a fondi europei, saranno ristrutturati e resi disponibili per gli studenti di Medicina Veterinaria, già vittime del crollo della precedente struttura che li ospitava. L’occupazione bloccherà lo stato di avanzamento dei lavori ed i fondi torneranno al mittente lasciando di nuovo gli studenti senza i loro spazi. Confederazione degli Studenti grida e lancia un appello alle istituzioni ed ai responsabili: “Qualcuno pensi agli studenti!”

Da sempre esistono collettivi studenteschi ed aule occupate all’interno delle sedi universitarie e da sempre abbiamo fatto finta di una loro “assenza”, abbiamo guardato dall’altro lato. Probabilmente è stata una nostra colpa non aver proceduto ad una “rivendicazione studentesca” degli spazi occupati – per utilizzare una terminologia a loro cara – ma troppe le attività da seguire, imponenti gli obiettivi prefissati in termini di servizi agli studenti e soprattutto enorme la velocità degli Atenei e delle Regioni settentrionali per curare uno sparuto numero di incivili.

Sì, perché Confederazione degli Studenti si rivolge ad 80.000 “studenti veri” che quotidianamente hanno il problema del trasporto pubblico e di conseguenza si siede, attraverso i suoi rappresentanti degli studenti democraticamente eletti, con ANM per cercare delle soluzioni; si rivolge agli idonei non assegnatari ed ai vincitori di borsa di studio che non ricevono servizi dalla Regione portando nelle istituzioni la battaglia politica ed ottenendo risultati tangibili; affrontiamo il quotidiano, pianifichiamo servizi che portiamo fino al Ministero attraverso i nostri consiglieri nazionali (vedi lauree abilitanti, doppia immatricolazione ed internazionalizzazione dei percorsi di studio) ed immaginiamo un futuro dove lo studente della Federico II non sia solo felice della preparazione dei docenti del nostro Ateneo ma altresì delle strutture e dei servizi annessi. Siamo i primi a fare autocritica sia sulle nostre azioni che sulle nostre battaglie ma rigorosamente ogni 2 anni ci sottoponiamo al giudizio degli “studenti veri” candidandoci alle elezioni universitarie che dal 2006 vinciamo.

La situazione tuttavia è divenuta insostenibile. La Federico II ha innumerevoli spazi occupati da sigle diverse, che di studentesco hanno praticamente solo il luogo che occupano, sotto gli occhi di tutti: Comune, Forze dell’Ordine ed Università. Spazi vitali per riorganizzare e proiettare il nostro Ateneo nella dimensione che gli compete di eccellenza.
La soglia affinché una richiesta di diritti passi dall’essere inascoltata ad essere calpestata è sottile: una associazione studentesca per avere uno spazio dall’Ateneo si iscrive ad un Albo favorendo il proprio Statuto, Atto Costitutivo ed elenco dei propri soci mentre “gli occupanti” entrano, si siedono e gridano “spazi autorecuperati per sottrarli al degrado e all’abbandono”; le organizzazioni studentesche non svolgono per Statuto attività commerciali all’interno e si reggono con le quote associative mentre gli occupanti organizzano feste a pagamento all’interno delle strutture in barba a tutta la disciplina in materia (SIAE, Igiene, Ordine Pubblico, requisiti di somministrazione, regolamentazione fiscale, inquinamento acustico, ambulanza etc); come rappresentanze passiamo mesi a sottoporre istanze e di concerto con il nostro Ateneo troviamo soluzioni, fondi e risorse per garantire un diritto ai nostri colleghi mentre “gli occupanti” non si preoccupano minimamente di chi quegli spazi li vive o li vorrebbe vivere e ne prendono possesso sottraendoli agli studenti.

Il nostro appello è “Qualcuno pensi agli studenti” poiché restiamo soli ed inermi difronte alla prevaricazione ed alla mancanza di tutela di salvaguardia dei nostri luoghi e dei nostri spazi. Lo sconforto, la voglia di mollare e realmente andarsene da una città dove chiunque, insieme a quattro amici, riempiendosi la bocca delle parole “libertà” e “ribelle”, la mattina occupa uno spazio di una struttura universitaria, una casa del sapere, per fare quello che meglio crede è ad un punto di non ritorno.
Sentiamo dirci dalle forze dell’ordine che per motivi di ordine pubblico non possono essere sgomberate; l’Università, anch’essa sulla materia ancorata su posizioni degli anni ’80, è ferma anche se ogni giorno qualcuno entra in rettorato con un megafono, timorosa dell’impatto pubblico di scelte drastiche come successo in altri Atenei . Se anche all’interno di un luogo di sapere passa un messaggio di anarchia e sregolatezza che futura classe dirigente vogliamo formare?

Ci sentiamo disarmati perché lo strumento per la salvaguardia dei diritti che ci hanno insegnato è rappresentato dalla politica e dalla democrazia. Ma come vi sentireste voi nel vedervi negati dei diritti e non avere un luogo dove poterli difendere?
Auspichiamo che qualcuno ci ascolti: gli occupanti che magari rinsaviscano nel non pregiudicare un’opera che andava a compimento; l’Università che prenda possesso e controllo dei propri luoghi e li renda vivibili e fruibili agli studenti; le forze dell’ordine affinchè siano eque e giuste nella tutela e nella salvaguardia dei diritti.
Poiché nell’aula principale dell’ex Facoltà di Giurisprudenza dove si laureano i nostri futuri avvocati campeggia la scritta “Legum servi sumus ut liberi esse possimus” che tutti stiamo dimenticando.

F.to
Mimmo Petrazzuoli
Presidente di Confederazione degli Studenti”

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