6 Marzo 2021

Bellini: lasciano il teatro dopo 76 giorni

Fonte: Fondazione Platea

bellini

È finita la protesta degli attori del teatro Bellini. Lasciano la struttura dopo 76 giorni di reclusione. Il teatro chiude

Gli attori del teatro Bellini hanno concluso la loro protesta. Dopo 76 giorni di reclusione all’interno della struttura, i teatranti hanno concluso l’iniziativa.

La notizia è stata riportata dalla testata Napoli Today, che riferisce le parole degli attori:

Il progetto Zona Rossa è arrivato al suo 76esimo giorno. Abbiamo trascorso settantasei giorni di reclusione all’interno del teatro Bellini, senza mai uscire.

Durante questo tempo abbiamo fatto teatro, ci siamo interrogati sul senso di questo lavoro, sulla sua necessità, sulle ragioni della crisi dello spettacolo dal vivo, esasperata dalla pandemia, e abbiamo mostrato in streaming non uno spettacolo compiuto, ma le fasi creative che portano alla sua realizzazione.

Tutto questo in attesa dell’annuncio della riapertura dei teatri, per debuttare davanti a un pubblico. Oggi 5 marzo è passato un anno da quando Il teatro Bellini ha chiuso.

Abbiamo scelto questa data per sciogliere il progetto Zona Rossa perché riteniamo che la data annunciata del 27 marzo non sia una risposta alle criticità e alla complessità del nostro settore.

Il progetto “Zona Rossa” è nato come esperimento sociale, come una piccola provocazione da parte degli artisti. Il format è stato ideato dall’attore e presidente del Teatro Bellini di Napoli Daniele Russo e dal drammaturgo Davide Sacco e ha visto la collaborazione di 6 artisti.

Tutti insieme hanno potuto dar vita alla propria creatività, seppur in cattività, in un contesto di libertà e prigionia vissute assieme.

Daniele Russo aveva dichiarato alla testata Positano News:

Zona Rossa nasce come provocazione nei confronti di una politica che con troppa semplicità finge che il nostro mondo non esista accomunandoci ad altri luoghi di assembramento dai contorni nefasti come possono essere una sala bingo o una sala scommesse, ma è anche un atto d’amore nei confronti del Teatro, nella speranza che non debba trasformarsi e svendersi ad altri linguaggi pur di rimanere in vita.”

L’esperimento si conclude e il teatro si chiude nuovamente, nella speranza di una prossima riapertura.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.