1 Dicembre 2016

Bancarotta fraudolenta: provvedimenti cautelari per 5 responsabili

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Bancarotta fraudolenta per 5 persone incastrate dalla procura di Napoli con il sussidio della Guardia di Finanza di Afragola. Ad emettere la sentenza il GIP del Tribunale di Napoli Nord.

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Bancarotta fraudolenta è il reato imputato a ben 5 responsabili individuati dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Afragola. Continua quindi l’azione di contrasto all’evasione fiscale e alle violazioni in materia delle leggi fallimentari, condotta dalla Procura di Napoli Nord con l’ausilio della GdF per la sezione Criminalità economica.

Nette le ordinanze cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 5 persone di cui 3 sono finite in carcere, una agli  arresti domiciliari, mentre contro il quinto ed ultimo indagato è stato disposto il divieto di esercitare attività d’impresa e di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche.

Per il delitto di bancarotta è stato emesso anche un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati ed alle aziende da essi gestite, per un ammontare complessivo di euro 3.788.876,00; inoltre è stato disposto il sequestro anche delle quote societarie di 3 imprese unitamente ai relativi patrimoni aziendali.

Le indagini a lungo condotte dalle forze dell’ordine e di finanza, per mezzo della consultazione e intercettazione di copiose documentazioni bancarie e contabili di imprese operanti nel settore della lavorazione e commercializzazione all’ingrosso di carni avicole, hanno portato all’individuazione degli amministratori di diritto e dei gestori di fatto della società fallita.

L’ulteriore capo di accusa consta secondo gli inquirenti nel doloso coinvolgimento da parte dei 5 ritenuti responsabili e implicati in questa gravosa vicenda debitoria, nel dissesto finanziario dell’azienda.

È emerso inoltre dal lavoro sapientemente portato avanti e a buon esito dalla Procura e della GdF, l’esistenza di una società dedita all’emissione di fatture a fronte di operazioni inesistenti.

Come se non bastasse, l’amministratore di fatto di suddetta ed ipotetica società avrebbe tentato di corrompere dei pubblici ufficiali durante un regolare controllo di polizia con l’obiettivo di sviare le illecite attività sottobanco.

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