Salvini: “Insegnanti sono privilegiati”. Da Napoli la risposta
Non si è fatta attendere la replica alle parole polemiche di Matteo Salvini, che ha definito gli insegnanti italiani una categoria privilegiata. Un insegnante napoletano risponde al leader della Lega
Ennesima polemica del leader della Lega, Matteo Salvini, che stavolta attacca gli insegnanti italiani.
“Gli insegnanti sono dei privilegiati. Nessuno fa tre mesi di vacanza”, ha dichiarato il leader del Carroccio, provocando grande dissenso. A rispondergli è proprio un insegnante, che da Napoli replica alle parole dure di Salvini.
Nella lettera del docente napoletano, diffusa da Il Mattino, vengono evidenziate le difficoltà incontrate dagli insegnanti nel loro percorso. Tra precariato, stipendi più bassi d’Europa e concorsi affollatissimi, sottolinea lo scrivente, è difficile ritenersi privilegiati.
La lettera dell’insegnante napoletano in risposta a Salvini
Di seguito, il corpo integrale della lettera.
“Caro Salvini, non ci sentivamo da qualche giorno e non mi sei mancato. Per niente. Io capisco che con l’istruzione non ci vai molto d’accordo, tu che non sei riuscito a laurearti per scarsa applicazione e che parli quindi di cose di cui sei poco a conoscenza. Allora lascia che il sottoscritto, un insegnante che per arrivare a conseguire un posto nella scuola ha dovuto sostenere circa 50 esami, e parlo di laurea triennale, laurea specialistica, abilitazione all’insegnamento, fare 10 anni di precariato in diverse regioni d’Italia e superare un concorso pubblico con oltre 10.000 candidati, dicevo, lascia che il sottoscritto ti istruisca un po’: secondo la tua analisi, probabilmente basata su leggende metropolitane, tipo gli immigrati ci rubano il lavoro e prendono 30 euro al giorno, noi insegnanti saremmo dei privilegiati perché rispetto ai nostri colleghi europei facciamo 3 mesi di vacanze.
Allora, intanto sarebbe opportuno stabilire che rispetto ai nostri colleghi europei, noi insegnanti italiani siamo pagati molto al di sotto della media. Molto meno rispetto ai colleghi di Germania, Spagna, Portogallo, Austria, Belgio, Finlandia e potrei continuare. Dalla nostra prospettiva invece, noi non possiamo contare su di voi politici italiani, perché non siete competenti come quelli europei e di certo non lavorate di più di quelli europei, ma inspiegabilmente guadagnate molto di più. Fino al 60 per cento in più”.
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