5 Maggio 2021

Catalina Pérez: “Portieri si diventa, nessuno vuole esserlo all’inizio. Nessuno ti copre le spalle”

Catalina Pérez: “Portieri si diventa, nessuno vuole esserlo all’inizio. Nessuno ti copre le spalle”. La protagonista di #uNAsolapassione

Oggi, 5 maggio, la protagonista della sesta puntata del format #uNAsolapassione​ – nel quale le calciatrici del Napoli Femminile raccontano i loro sacrifici, le loro battaglie, i loro interessi e i loro sogni su Youtube – è Catalina Pérez. “Storie di empowerment in rosa, anzi in azzurro”, scrive il club di Lello Carlino.

Un sorriso come un abbraccio: Catalina Pérez ha portato a Napoli dalla Colombia tutta la sua energia.Ha lottato, ha sofferto, si è imposta nel nostro calcio.” Qui, a seguire, le dichiarazioni del portiere colombiano.

Penso che portieri si diventa, perché credo che all’inizio nessun portiere voglia davvero esserlo. – Dichiara la Pérez – Ma di certo si deve nascere con un po’ di spontaneità e di “pazzia” tipica dei portieri. Quindi penso sia un po’ un mix di entrambi. Ci si sente abbastanza soli, sei lì dietro da sola, senza nessuno a coprirti le spalle…” 

Catalina, nel corso del format, ha asserito che questo ruolo è fondamentale, ma – soprattutto – ha descritto le peculiarità e le caratteristiche che ha un portiere in campo. Dall’abbigliamento “diverso“, l’allenamento, alla visione “completa” del gioco:

Allo stesso tempo sai di dover avere un ruolo particolare, di dover dirigere la squadra potendo vedere tutto da dietro, di dover farsi sentire, urlando forte, proprio perché si ha una visione completa dalla porta.

Il calcio come insegnamento: “Penso che questo mi abbia aiutato molto nella vita, perché lo vivo tutti i giorni. Perché giochi assumendoti una responsabilità assoluta”.

Visioni, differenze e…crescita. Quando si pensa al calcio – spesso – si pensa agli uomini, e le calciatrici sanno benissimo quanto costa il sacrificio, soprattutto quanto costa – se si può dire – farsi valere nel mondo del pallone.

Essere una donna che gioca a calcio in Colombia, per fortuna è un po’ cambiato negli ultimi anni perché quando io ho iniziato non era ben visto e nemmeno c’erano molte bambine che giocavano. E questo è stato anche il nostro progetto Nazionale Colombiana, non solo rappresentare la Colombia in campo, ma anche fuori cambiando un po’ l’immaginario che avevano le persone delle calciatrici, e di come ispirare tante bambine”, queste le parole di Catalina Pérez.

Il cantautore italiano Brunori Sas dice che “il calcio è la sola religione del mondo” e, probabilmente, lo è. Il motivo agli occhi di Catalina Pérez:

Perché il calcio apre tante porte, ti dà la possibilità di conoscere tante persone da ogni parte del mondo, ti permette di vivere un sogno. E questo ti dà la forza di lottare ancora di più, con tutto quello che hai, perché va oltre il calcio che diventa una piattaforma per fare molto di più”.

In conclusione, il massimo difensore azzurro, con il sorriso e la forza di una guerriera, ha parlato dell’approccio tra calcio e famiglia:

Mia mamma? No, mia mamma all’inizio che ho iniziato a giocare, mi diceva: “Cata, ma perché non fai uno sport più da donna?”. Però quando ha visto che la mia passione non si poteva fermare, che era una cosa che avevo dentro di me, anche lei si è innamorata del calcio. E a volte fa fatica a vedere le partite, perché si innervosisce! – Ride Catalina – Ma mi appoggia completamente, e questa è una delle cose che mi fa continuare a giocare, che mi tiene qui”.

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