Camorra, sequestrata ditta clan Cesarano
Camorra, sequestrata società di intermediazione “Engy Service”, riconducibile al clan Cesarano, dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata in collaborazione con i Carabinieri
In data odierna, il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata, congiuntamente al Nucleo Investigativo del Gruppo dei Carabinieri di Torre Annunziata, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo – emesso dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea – nei confronti della “Engy Service”. Società di intermediazione operante nel “Mercato dei fiori”, zona commerciale florovivaistica più importante del Sud-Italia, sita tra i comuni di Castellammare di Stabia e Pompei.
Il sequestro preventivo odierno ha riguardato le quote societarie, il complesso aziendale e tutti i beni riconducibili alla Engy Service. Nel 2018 la società ha raggiunto un volume d’affari di quasi 2 milioni di euro.
Dal 2015, anno della costituzione, imponeva la sua “mediazione” agli storici operatori del “Mercato dei Fiori” costringendoli con minacce e pestaggi a non affidare più il trasporto e il facchinaggio ai singoli autotrasportatori.
È stata definita dal gip una “impresa di camorra”, amministrata da Antonio Martone e Giovanni Esposito (già in carcere), cognati del boss Luigi Di Martino, detto “o’ profeta” (detenuto al 41bis). Avvalendosi della forza intimidatrice del clan gestiva in monopolio la spedizione di fiori, bulbi e vasellame e lo scarico delle merci. Chi non si adeguava veniva “punito” anche per mano dei clan alleati ai Cesarano (fonte ANSA).
Il clan Cesarano è un’associazione camorristica originaria di Ponte Persica, frazione sita a nord-est di Castellammare di Stabia.
Il clan risulta particolarmente operativo a Ponte Persica e Pompei, dove, svolge attività delinquenziali quali il racket delle estorsioni, l’usura e lo spaccio di sostanze stupefacenti.
I Cesarano hanno attraversato un periodo di tensione con i Matrone, a causa del controllo delle attività illecite a Scafati e dintorni. Zona in cui i Cesarano, dopo i momenti di crisi vissuti dai Matrone e dai Loreto-Ridosso, avrebbero cercato di estendere i propri tentacoli.
Il 12 novembre 2019 sono state arrestate 20 persone del clan, accusate dei reati di associazione per delinquere di stampo camorristico, estorsione e traffico di sostanze stupefacenti.
Il racket dei fiori
Il clan, come è emerso dalle indagini della DDA della Procura della Repubblica di Napoli, controllava il racket dei fiori tra Castellammare e Pompei. Tutti i commercianti di fiori restii a piegarsi alla protervia del clan, venivano sottoposti a pestaggi e condotte vessatorie. Oltre al racket, dalle indagini è emerso che gli indagati avevano fondato una azienda di intermediazione trasporti, la “Engy Service s.r.l.“, pare, allo scopo di assumere il monopolio delle spedizioni di fiori, bulbi e vasellame, provenienti prevalentemente dai Paesi Bassi. Grazie alle indagini, si è inoltre evinto che il clan aveva stretto alleanze con i clan Mallardo di Giugliano e Pecoraro-Renna di Battipaglia.
Il racket delle pompe funebri
I Cesarano, inoltre, gestivano, in accordo con i D’Alessandro, il monopolio delle pompe funebri su Castellammare di Stabia. Le imprese funebri operanti su Castellammare, in accordo tra loro e con i clan, impedivano l’ingresso o imponevano tangenti e l’acquisto di articoli funerari ad imprese concorrenti estranee ai Cesarano e ai D’Alessandro.
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