16 Novembre 2016

Referendum: il “si o no” dei napoletani

Continuano i sondaggi per il referendum che porterà i cittadini italiani alle urne il prossimo 4 dicembre. All’ordine del giorno è il punto riguardo la riforma Boschi: approvarla o meno.

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NAPOLI  – 16 NOVEMBRE – Le opinioni discordanti dei cittadini napoletani riguardo il referendum del prossimo 4 dicembre.

I sondaggi al giorno d’oggi si trovano in una rete di sostanziale equilibrio di nodi: arranca il si per ora, ma il no non stacca definitivamente. I seggi rimarranno aperti dalle ore 7 alle 23 ed il premier ha già avviato la sua campagna positiva nello scorso 29 settembre, scatenando indiscrezioni tra le schiere politiche meridionali. Il premier:”Si vota per cambiare,chi vuole cambiare ci dia una mano“.

La riforma riguarderà principalmente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte II della costituzione, come esprime Matteo Renzi anche nell’incontro con Erri De Luca dello scorso tredici novembre, in cui chiedeva apertamente l’espressione di un parere alla platea.

Dunque, un bel cambiamento secondo quanti voteranno “si”, se non fosse che ad essi si contrappone l’intransigenza degli oppositori napoletani, secondo i quali “Il cambiamento sta nel “no”, nel cambiare atteggiamento”. Non votare per cambiare.referendum

Secondo quanto riporta un sondaggio del “Il Mattino” tra il 27 ottobre e il 6 novembre gli elettori intenzionati a bloccare le modifiche della riforma sono circa il 50,6 %, mentre si oppongono i 49,6% del si. Secondo quanto riportato, le maggiori affluenze dell’opposizione vengono dalla regione Campania (Giornalettismo.it). Troppo dispersivo, troppo confusionario e una buona dose di dissenzo nei confronti della concezione renziana del cambiamento da parte dei napoletani. Abbondano critiche ai punti scolastici, secondo quanto riportato dalle testimonianze pubbliche, secondo i napoletani sarebbe bastato il dimezzo della camera dei deputati (formata inizialmente da 630 elementi e portarla dunque a 310), schierandosi palesemente ancora una volta contro i capi della nazione. Mentre in questa regione il “no” mette il turbo, gli scrutatori si domandano: “Napoli, partito preso contro lo stato o valutazioni ?”.

Simone Aliberti – Vincenzo Foria (Liceo Scientifico S.Cantone – III Cs)

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