Uccide il figlio di 2 anni e si suicida: “temeva che il bambino fosse autistico”
Tragedia a Castello di Godego, nel trevigiano: il figlio di 2 anni è malato, il padre lo uccide e poi si suicida. Il fratello dell’assassino: “temeva che il figlio fosse autistico“
Una tragedia immane quella che si è verificata nel trevigiano, nel comune di Castello di Godego. Un uomo di 43 anni, Egidio Battaglia, ha ucciso il proprio figlio, Massimiliano, di soli 2 anni e poi si è tolto la vita. La straziante scoperta è avvenuta nella giornata di ieri, quando, intorno alle 12:00, il fratello di Battaglia, non avendo ricevuto alcuna risposta alla porta, si è arrampicato fino al terrazzino dell’appartamento del fratello. Avendo notato dalla finestra delle macchie scure sul pavimento e una sagoma riconducibile al profilo del piccolo Massimiliano, ha chiamato subito i vigili del fuoco.
Il corpo di Egidio è stato trovato sul pavimento del bagno, immerso in una pozza di sangue. Massimiliano era accanto al suo assassino. Sul collo del piccolo sono state riscontrate evidenti ecchimosi, segni di strangolamento. Il padre, dopo aver ucciso il figlio, ha usato un coltello da cucina per trafiggersi la gola. I carabinieri, intervenuti sul posto per le indagini del caso, parlano di altre ferite sul tronco e sull’addome. È probabile che, prima di morire, Egidio avesse cercato di infliggersi quanto più dolore possibile, di punirsi per quanto appena fatto.
Sotto shock la madre del piccolo Massimiliano, Adrana Garlic, fisioterapista e moglie di Battaglia. Attualmente è assistita da uno psicologo dell’ospedale.
Il fratello dell’assassino: “Era in ansia per il figlio, aveva paura che fosse autistico“
Ci sono pochi elementi, per ora, sul movente del folle gesto. Tutti, però, riconducono all’angoscia che il padre omicida provava nei confronti dello stato di salute del figlio. “Era in ansia per il figlio, aveva paura che fosse autistico“, dice il fratello di Egidio che poi aggiunge: “Lo hanno saputo 2 mesi fa“. A fare riferimento alla salute del piccolo Massimiliano è anche la lettera lasciata dal padre sul tavolo della cucina, scritta presumibilmente prima di togliersi la vita. Tuttavia, secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, quello che Battaglia definiva come “autismo” andrebbe inquadrato, più genericamente, come problema a livello cognitivo.
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