22 Aprile 2020

Tracce di virus trovate nell’acqua. L’ISS tranquillizza

TRACCE VIRUS ACQUA

L’ISS considera le tracce del virus COVID-19 non pericolose per l’uomo. Le tracce di RNA potranno aiutare ad individuare nuovi focolai

Le tracce di materiale genetico del virus Sars-Cov-2 trovate nelle acque di scarico di Parigi hanno destato molte preoccupazioni.

Se da un lato questa notizia desta preoccupazione, dall’altro questo rinvenimento potrebbe essere d’aiuto per rilevare i focolai epidemici. È l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) a spiegarlo.

Uno studio condotto a Roma e Milano, guidato da Giuseppina La Rosa, lo spiega chiaramente. Il Centro Nazionale di prevenzione e Controllo delle Malattie (CCM) del Ministero della Salute ha selezionato e analizzato un gruppo di 8 campioni di acque di scarico. I campioni sono stati raccolti dal 3 al 29 febbraio a Milano e dal 31 marzo al 2 aprile a Roma. In entrambi i casi arriva la conferma: sono presenti tracce di RNA del nuovo Coronavirus. Saranno effettuate ulteriori verifiche anche prelevando campioni da altre regioni.

«Il ritrovamento non ha nessun rischio» – conferma Luca Lucentini, direttore del Reparto di Qualità dell’Acqua e Salute dell’ISS. Questo risultato è utile come strumento non invasivo per rilevare la presenza di infezioni nella popolazione e quindi di individuarne i focolai.

Il risultato non sorprende, ma allo stesso modo non implica alcun rischio per la salute umana. Il ciclo idrico integrato, ossia quel processo che permette la depurazione e la potabilizzazione dell’acqua è sicuro e controllato. L’acqua non sarà strumento di propagazione del virus.

Quanto resiste il virus nell’acqua?

Giorgio Palù, virologo, risponde ai microfoni di Quotidiano.net, qui di seguito riportate le sue parole. «Stiamo parlando di un virus respiratorio, che resiste molto poco nell’acqua. Abbiamo anche stimato quanto persiste sulle superfici, il virus ha una emivita di poche ore e quanto è più esposto all’ambiente esterno tanto più si degrada. Questo è un virus con un involucro, tende a rompersi.» – tranquillizza il virologo.

 

 

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