Suicida in cella Alexandro Riccio, il 39enne che aveva ucciso moglie e figlio di 5 anni lo scorso gennaio. Si trovava nel carcere di Ivrea

Suicida in cella – Un epilogo preannunciato, quello di Alexandro Riccio, l’uomo di 39 anni che, lo scorso gennaio, aveva ucciso la moglie ed il figlio di 5 anni.

Annunciato perché Alexandro aveva provato a togliersi la vita già una volta, ovvero subito dopo i terribili fatti di gennaio.

Aveva accoltellato la moglie ed il bambino a Carmagnola, nel torinese.

Immediatamente dopo aver compiuto il duplice omicidio, aveva provato a farla finita, tagliandosi le vene e poi lanciandosi dal balcone.

Soccorso dalle autorità competenti, Alexandro aveva riportato diverse fratture, nulla di più.

Stando alle ricostruzioni dei Carabinieri, la moglie gli aveva manifestato il proposito di separarsi: un colpo che l’uomo, evidentemente, non era ruscito a digerire, al punto di uccidere la donna nel sonno, colpendola con diverse coltellate. Poi, si sarebbe spostato nella stanza del figlio, che avrebbe ucciso con la stessa arma con la quale aveva tolto la vita alla moglie.

Non pago, avrebbe infierito poi su entrambi i corpi con altri oggetti contundenti.

Prima di mettere in pratica il suo intento suicidario, l’uomo avrebbe scritto un biglietto: “Vi porto via con me”.

Salvato la prima volta, però, il 39enne è riuscito nel suo intento, meno di un anno dopo la strage di gennaio: è stato trovato senza vita nella sua cella.

L’uomo si trovava presso il carcere di Ivrea, quando ha deciso di riprovarci: troppo grande il peso del massacro compiuto, probabilmente insopportabile.

Alexandro è stato trovato impiccato con i pantaloni della tuta ad un’inferriata della cella.

Pare si sia tolto la vita mentre il compagno di cella dormiva.

A riportare la notizia, i colleghi de Il Fatto Quotidiano.

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