Scandalo al cimitero di Poggioreale
Scandalo al cimitero di Poggioreale, a Napoli, nicchie funerarie rivendute a insaputa dei proprietari. 17 indagati tra cui un notaio
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Nemmeno i morti possono dormir sonni tranquilli. Vecchie cappelle funebri svuotate dei resti mortali, scassinate e rivendute all’insaputa dei titolari. Questo è il “traffico” scoperto dalla gdf che avveniva nel cimitero di Poggioreale, a Napoli.
La vicenda che ha smosso la situazione è stato il ritorno in città e al cimitero, dopo parecchio tempo, di alcune persone che dirette alla loro cappella di famiglia non riescono ad accedervi. Questa era stata svuotata dalle salme dei propri cari, lussuosamente ristrutturata e chiusa con un nuovo cancello di ingresso. Denunciato l’accaduto alle autorità competenti, l’episodio ha portato alla luce un giro clamoroso di truffe nel cimitero partenopeo.
17 sono gli indagati di questo vero e proprio scandalo, tra cui gli imprenditori del settore funerario Vincenzo Tammaro e Gennaro Reparato e il notaio Filippo Improta, nei cui confronti è stata eseguita oggi la misura cautelare di sospensione per sei mesi dall’attività.
C’era un vero è proprio “sistema“, secondo il gip del tribunale di Napoli, con tanto di complici che segnalavano i possibili nuovi colpi da rivendere, tra cappelle e loculi, alcuni del 800 che difficilmente sarebbero stati reclamati dagli aventi diritto. Diverse cappelle e monumenti, sono stati venduti anche su siti immobiliari per cifre che variano da 200\800 mila euro.
Nei mesi scorsi, sulla base dei dati che emergevano dall’inchiesta, il Comune di Napoli ha attivato la revoca delle concessioni di una novantina di manufatti funerari ceduti illegalmente, il cui valore complessivo è di gran lunga superiore ai 2,5 milioni di euro rilevati dagli atti di compravendita.
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