Protesta dei Trattori: annunciato presidio ad Avellino
Protesta dei trattori: domani ad Avellino incontro tra la dirigente delle politiche agricole e una delegazione di 200 trattori dell'Irpinia
Protesta dei Trattori – Negli ultimi giorni, l’Italia è stata teatro di una serie di proteste senza precedenti nel settore agricolo. La Campania ha ospitato questa agitazione negli ultimi giorni, ma la movimentazione non è pronta ancora a fermarsi.
Infatti, sono attesi circa 200 trattori domani per un presidio presso la sede della Regione nel centro direzionale di Collina Liguorini, nella zona di Avellino. Dalla Valle dell’Ufita, gli agricoltori percorreranno quasi cinquanta chilometri alla guida dei trattori attraverso la Statale 90 delle Puglie e la Statale Sette bis.
Protesta dei trattori: forze dell’Ordine in allerta
Dopo le invasioni degli ultimi giorni, continua la protesta dei trattori. Domani saranno in 200 nell’avellinese a comporre una delegazione pronta ad incontrare Maria Passari, dirigente delle politiche agricole della regione. L’arrivo nel capoluogo irpino è previsto per le 10,30.
Gli agricoltori si preparano a fare sentire la propria voce contro le politiche ritenute inadeguate e il disinteresse nei confronti del settore agricolo. L’incontro è atteso con grande tensione e sarà una prova cruciale per determinare il futuro delle relazioni tra il governo regionale e la comunità agricola.
Predisposti servizi di vigilanza da parte delle forze dell’Ordine per la nuova “invasione”, la seconda ad Avellino dopo quella di domenica scorsa. In quell’occasione gli agricoltori hanno ricevuto la solidarietà e il sostegno dei cittadini che hanno atteso il loro passaggio per le vie della città.
I motivi della protesta
La protesta dei trattori è cominciata ben lontana da Avellino, con i primi cortei in Francia. Quello di domani sarà l’ennesimo segno tangibile della frustrazione e della determinazione degli operatori del settore agricolo.
Le motivazioni dietro questa protesta sono molteplici. Sicuramente, tra le principali preoccupazioni vi è la revisione del Green Deal europeo, la concorrenza sleale e alla diffusione di “cibi sintetici”. La pretesa principale è, invece, il riconoscimento del valore del made in Italy.
Parlando a nome della comunità agricola, molti rappresentanti sottolineano che il nuovo Green Deal ha posto regole troppo stringenti e frutto di un ambientalismo estremista che danneggia produttori e consumatorie di un dialogo.
Inoltre, l’importazione di prodotti provenienti da Paesi che non rispettano le stesse regole genera una concorrenza sleale che sta diventando asfissiante, soprattutto unita ad un complicato regime fiscale. Non bisogna poi dimenticare l’aumento dei costi dell’ultimo biennio.
Il confronto tra gli agricoltori e i rappresentanti regionali domani promette di essere un momento cruciale. Resta da vedere se le parole saranno supportate da azioni concrete per affrontare le esigenze e le richieste di una comunità che si sente trascurata e dimenticata.
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