1 Maggio 2016

Primo maggio a Bagnoli. No al commissariamento

Primo maggio a Bagnoli. Primo maggio in piazza per circa duemila persone che hanno preso parte alla manifestazione indetta dalle associazioni di quartiere, i centri sociali, studenti e lavoratori precari.

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Segnali d fumo già annunciati dalle luci rosse sul pontile di Nisida e un murales con la scritta : “Questa terra è tua, amala e difendila. Bagnoli libera“. L’appuntamento è stato in piazzale Tecchio alle 10.30. per poi dirigersi nell’ex area industriale, l’area commissariata dal governo, invasa pacificamente dagli attivisti. Lo slogan: “Via Renzi, Nastasi e Caltagirone, a Bagnoli decidiamo noi”.

napoli in comuneLa piattaforma della manifestazione,  spiegano gli organizzatori, si concentra sulla riconversione dell’ex area attualmente commissariata che esponga la collettività come protagonista di un territorio che è già stato sfruttato e che adesso ha necessità di riformulare in chiave di fruibilità pubblica le proprie ricchezze. Antonio Perillo, dirigente della Segretaria provinciale di Rifondazione Comunista che appoggia Luigi De Magistris con la lista Napoli In Comune,  ha concentrato sulla scelta di Bagnoli il valore di una scelta politica e simbolica “ si è scelto di fare primo maggio a Bagnoli in base a una piattaforma politica ma soprattutto per la necessità di discutere della vertenza contro il commissariamento di Bagnoli.

Mentre i  sindacati  Confederali manifestavano in  centro,  noi della Sinistra di Napoli In Comune, abbiamo scelto di condividere con il movimento la ragione profonda che ci spinge a dire no al commissariamento. Siamo entrati nell’area ex  industriale sotto sequestro, simbolicamente è un messaggio che dice  riappropriamoci  dell’area. La manifestazione, è risultata  ben riuscita, continua Perillo,  in tanti sono entrati nella zona sotto sequestro.  Purtroppo per loro  – aggiungono gli attivisti – Napoli è città e ribelle: in questi anni si è dimostrata l’avamposto per l’opposizione sociale alle politiche antipopolari del governo Renzi. Proprio per questo il premier sceglie di fare un grosso investimento mediatico sulla città, provando a rimediare alle fughe degli ultimi due anni, fatte di visite clandestine e di appuntamenti mancati all’ultimo minuto. 

Proprio per questo assume per tutti quelli che hanno alzato la testa all’interno del Paese una centralità politica”. “Siamo davanti a un crocevia: o si impone il modello del partito della nazione, o quello delle città ribelli. Da un lato – affermano i promotori del corteo – il modello che impone la devastazione dei territori e il lavoro volontario come nel modello Expo, le grandi opere inutili e dannose come la Tav, che espropria democrazia e decisionalità a chi vive il territorio favorendo gli interessi delle grandi lobby e delle multinazionali. Dall’altro un modello completamente alternativo e incompatibile con le politiche di questo governo, fatto di decisionalità dal basso, di assemblee popolari, di spazi liberati, di territori sottratti alla devastazione ambientale e alla speculazione, in cui la resistenza alla crisi passa attraverso forme di mutualismo e di solidarietà”.

“Liberare Bagnoli  – concludono gli organizzatori – vuol dire imporre un modello di sviluppo alternativo alle speculazioni e ai profitti di pochi e che guardi agli interessi e bisogni collettivi. Per imporlo dal basso non abbiamo molte scelte se non quello del conflitto e della mobilitazione sociale. Per questo ci teniamo a rilanciare come ormai da anni un primo maggio che liberi la città di Napoli e Bagnoli dai poteri forti che ne hanno bloccato lo sviluppo di quest’area e la bonifica”.

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