Portici, Albo dei richiedenti asilo – richiesta al Sindaco Cuomo
Portici, il Consigliere Mazzone inoltra formale richiesta al Sindaco Cuomo perché adotti una Delibera per l’istituzione dell’Albo per l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo
In data odierna il Consigliere Mauro Mazzone, Movimento democratici progressisti per Portici, ha presentato al Sindaco Cuomo una istanza con la quale ha chiesto l’adozione di una delibera di istituzione dell’albo per l’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo.
Il Consigliere invoca una valutazione alta della proposta, che supera le diverse posizioni politiche. Una proposta che veste i panni di quei valori costituzionalmente garantiti della pari dignità umana. Invita, pertanto, il primo cittadino all’adozione di questo atto che così possa prendere le distanze dalla legge n. 132/18.
Mazzone nella sua missiva sottolinea come la questione sia caldamente sentita da numerosissime associazioni ed enti, tra cui l’Associazione ALTEREGO – FABBRICA DEI DIRITTI, storicamente impegnata nell’approfondimento legislativo e la tutela dei diritti dei più deboli.
Poi aggiunge che anche nella città di Portici “si alzano voci di protesta in merito, tra cui: Comitato Beni Comuni “don Tonino Bello”, Associazione “Centro giovani agorà”, Associazione Antiusure “ don Puglisi”, Associazione Antiracket “G. Panunzio”, Associazione BLab, Parrocchia del Sacro Cuore Portici, G.A.S “Mether Ghé”, Collegamento Campano contro le camorre e Portici Resta Umana”.
I Fatti
L’Istituzione di un albo anagrafico dei richiedenti asilo è un primo passo per contrastare gli effetti del Decreto Salvini. È l’associazione Alterego – Fabbrica dei diritti che propone un modello di delibera per farlo.
Se il richiedente, titolare di un permesso di soggiorno per richiesta di asilo, è impossibilitato ad iscriversi all’anagrafe, questo comporta una limitazione al godimento di diritti fondamentali. Un esempio: l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, l’accesso all’assistenza sociale e la concessione di sussidi previsti dagli enti locali. Pertanto, la linea è quella per cui il decreto 113/2018 convertito in legge 132/2018 (entrata in vigore lo scorso primo dicembre) si pone in violazione dell’articolo 26 della Convenzione di Ginevra.
Nel modello di delibera proposto dall’associazione Alterego si richiama la competenza comunale in materia di istituzione di un albo anagrafico (art. 14 del decreto legislativo 267/2000). Detta competenza è stata già esercitata da alcuni Comuni, ad esempio, per il riconoscimento e la tutela di situazioni giuridiche quali, le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Il primo a opporsi all’applicazione del Decreto Salvini è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha disposto di sospendere qualsiasi procedura che intaccasse i diritti fondamentali della persona con riferimento alla procedura di iscrizione della residenza anagrafica.
Il fronte dei “ribelli” intanto si è allargato: ad appoggiare Orlando si sono aggiunti i sindaci di Firenze, Napoli, Reggio Calabria, Parma, Forlì.
Il Presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro ha sottolineato che le nuove norme mettono i sindaci in oggettiva difficoltà e auspica che “il ministro dell’Interno voglia convocarci per discutere delle modalità operative e dei necessari correttivi alla norma”.
In attesa che la situazione si evolvi e venga presa in considerazione, il Consigliere Mauro Mazzone termina il suo appello al Sindaco Cuomo sottolineando come le sue parole “volgono l’attenzione alla difesa di un patrimonio valoriale comune a tutte le donne e gli uomini che de facto non può avere bandiera di sorta, se non quella dei giusti.”
Aggiornamento – riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Coordinatore Regionale della Lega Giovani in Campania, Nicholas Esposito: “c’è un errore in quello che ha affermato il consigliere Mazzone, in quanto, secondo il Decreto Salvini, servizi primari, come il sistema sanitario o la scuola per i minori, che, come specificato dal Viminale, vengono garantiti – per garantirli sarà sufficiente il domicilio“.
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