17 Aprile 2020

Pizze a domicilio: ecco quando si riparte in Campania

pizze

Disposta da De Luca la liberalizzazione delle pizze a domicilio. In Campania si riparte il 20 aprile

Dopo numerosi appelli, tra cui anche quello di Gino Sorbillo in un video girato i giorni scorsi in cui lamentava di dover forse chiudere 4 delle sue attività a causa dell’emergenza e della crisi in corso, il Presidente della Regione Campania dà il via libera alle pizze a domicilio. La data fissata è quella del 20 aprile.

Ma molti sono stati gli imprenditori del settore a richiedere che tale attività possa di nuovo svolgersi, ovviamente con le rispettive precauzioni disposte per la sicurezza del personale e dei cittadini che fanno richiesta della pizza a domicilio o di piatti già pronti. Lo stop sarebbe durato oltre un mese solo nella nostra regione, infatti. Per questo non ci sarebbero attualmente ulteriori motivi per prolungarlo, a maggior ragione se stiamo per entrare nella fase 2 dell’epidemia.

Nel pieno rispetto dell’autonomia dei governatori non posso ignorare gli appelli che mi arrivano dalla Campania da tanti ristoratori e pizzaioli. Anche oggi ho sentito personalmente alcuni dei pizzaioli più famosi di Napoli che non vedono l’ora di lavorare. A differenza di altre regioni, in Campania sono vietate le consegne a domicilio di pizze e piatti pronti. Credo che sia importante un ripensamento nel pieno rispetto di tutte le norme di sicurezza: aiuterebbe le famiglie che finalmente potrebbero ordinare di nuovo una pizza, le imprese ma anche i supermercati che magari riuscirebbero a smaltire un po’ di lavoro. Lo ha scritto in una nota il segretario della Lega Matteo Salvini rivolto al governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

Per le altre misure, invece, De Luca rimane rigido e fermo: come ad esempio la riapertura delle libreria e cartolerie, messa in atto solo in altre regione del paese.

LE PAROLE DI GINO SORBILLO

Gino Sorbillo, titolare dell’omonima pizzeria di via dei Tribunali, nel cuore del centro storico di Napoli, qualche giorno fa ha fatto alcune dichiarazioni circa la situazione di crisi che sta attraversando lui e tutti i pizzaioli dell’area partenopea:
“Sono contento se abbiamo l’attenzione di tutti perché la nostra è una situazione drammatica. La consegna a domicilio è permessa ovunque, anche a Wuhan, la Campania è l’unica regione al mondo che la vieta”. L’intervento era riferito al leader della Lega Matteo Salvini che si è unito ai tanti che hanno chiesto al presidente della Regione Campania di permettere la consegna a domicilio di pasti caldi, vietata in Campania dall’inizio dell’emergenza Coronavirus.

“Le consegne non sarebbero la soluzione definitiva – spiega Sorbillo – ma ci permetterebbe di respirare, di andare almeno a filo di gas, anziché di ripartire tra due o tre mesi con uno scenario apocalittico. Abbiamo proposto a De Luca una formula semplice: due sole varianti di pizze, Margherita e Marinara, e solo due dipendenti. Noi facciamo un prodotto che cuoce a 450 gradi, la pizza viene immediatamente messa nel box pizza che è un box per alimenti certificato e i box sono a loro volta impellicolati con pellicola per alimenti, infine il prodotto viene affidato ai runner delle grandi compagnie di delivery. Non vogliamo mandare nostri collaboratori a casa delle persone, non siamo degli untori, semplicemente ci affidiamo alle compagnie di delivery come fanno i grandi colossi della vendita”. 

Sorbillo spiega di aver comunque apprezzato il pugno duro dimostrato da De Luca durante l’emergenza, ma che ora è arrivato il momento di un ragionevole appello al confronto. Risediamoci a un tavolo, perché non sono passate due o tre settimane, ma quattro o cinque, e chissà quando riapriremo. Abbiamo bisogno che vengano congelati i fitti dei locali e dei depositi, che vengano rinegoziati i canoni mensili nei mesi successivi alle riaperture che saranno faticose, vorremmo maggiori garanzie e puntualità per la cassa integrazione dei dipendenti che ancora deve arrivare. Intanto però la consegna a domicilio ci permetterebbe di prendere aria, sarebbe un minimo sollievo e farebbe sì che, tra due o tre mesi o chissà quando, potremo riaprire senza dover ripartire da zero”.

 

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