22 Agosto 2016

Pescara Napoli, prima di campionato. LE PAGELLE AZZURRE

Lo strano caso di Dottor Jekyll e mister Hyde. Napoli dal doppio volto contro il Pescara. Ecco le pagelle degli azzurri…

[ads1] E’ un Napoli irriconoscibile, quello dei primi 45 minuti contro la formazione di casa del Pescara, che approfitta della sbandata degli azzurri per portarsi sul 2-0. Nella ripresa, Sarri azzecca i cambi e la musica cambia in meglio. Ecco le pagelle degli azzurri:

Reina: 6. Il portierone spagnolo è incolpevole sui primi due gol subiti dagli azzurri. Sull’1-0 compie una parata prodigiosa che evita il gol che avrebbe portato il Pescara sul 2-0 a distanza di pochissimi minuti.

Hysaj: 5 e mezzo. Elseid non gioca la sua miglior partita, le gambe non lo aiutano e si vede. Si fa spesso superare dagli avversari biancoazzurri, che ne approfittano per sfondare sulle fasce. Suo l’assist per il secondo gol di Mertens, ma offre una prestazione troppo discontinua per accaparrarsi almeno la sufficienza in pagella.

Albiol: 5- . Poco importa se in passato hai vestito la casacca del Real Madrid e lo scorso anno hai dominato la difesa con uno dei migliori talenti del momento. Contro il Pescara la prestazione è stata per gran parte della gara imbarazzante. Un intervento in spaccata, per carità decisivo, gli evita il 4 in pagella, ma non basta. Quante dormite!

Koulibaly 4 e mezzo. Le sirene britanniche si sentono e anche l’aria respirata dal franco-senegalese è alquanto pesante. Kalidou è praticamente irriconoscibile: sua la responsabilità su entrambi i gol, dove pasticcia insieme al compagno di reparto Albiol. Sbaglia parecchi passaggi in fase di impostazione e appare svogliato e distratto. La problematica rinnovo è da risolvere il prima possibile, trattenerlo in queste condizioni sarebbe controproducente.

Ghoulam 5-. Il terzino sinistro azzurro scende in campo con le migliori delle intenzioni: vuole vincere e prova ad inventarsi ala nei primi minuti di gioco, proiettandosi in area di rigore pescarese in più occasioni. Il resto del match è da dimenticare: si fa superare ripetutamente da Zampano e Caprari che lo puntano con successo. Impreciso anche in fase offensiva, con cross improponibili per il caballero triste, che non può raggiungere la sfera in alcuna occasione.

Hamsik 5 e mezzo. Per l’impegno, si intenda. Marek sonnecchia per tutto il primo tempo, ma prova a rifarsi nel secondo tempo, dove mostra segni di vitalità e ripresa soprattutto con l’ingresso in campo di Mertens. Esausto, chiede il cambio a Sarri, che al minuto 70 è costretto a spendere anche l’ultimo dei cambi a disposizione. Zielinski 6. Il suo impatto sulla gara è estremamente positivo: dribbla, scarta, confeziona palloni deliziosi per Mertens e Milik. E’ un mix di vitalità il polacco, che riesce anche a procurarsi un calcio di rigore al minuto  78, rigore poi negato dall’addizionale Rocchi per presunto fallo di Albiol sul portiere.

Valdifiori: 5 e mezzo Con Jorginho out per squalifica, tocca a Valdifiori impostare la fase di gioco azzurra. Il ragazzo è ispirato e prova più volte la verticalizzazione, che non gode di grande fortuna anche per la presenza in campo di un Gabbiadini schierato fuori ruolo. In fase di copertura si mostra lento e macchinoso, costringe Allan agli straordinari per coprire più fette di campo.

Allan: 5-. Anche Allan è irriconoscibile. Corre tanto ma a vuoto e spesso è in difficoltà su Verre e Caprari che gli ronzano intorno senza fargli comprendere cosa stia accadendo. Impegnato eccessivamente in fase difensiva, non riesce a supportare in alcuna occasione la manovra offensiva degli azzurri, che spesso si erano affidati alle sue rapide incursioni nella scorsa stagione.

Insigne: 4. Quella dello scugnizzo di Frattamaggiore è l’insufficienza che forse fa più male, così come la sua poca applicazione e lo scarso attaccamento alla maglia palesato nelle scorse settimane per bocca dei suoi procuratori. Lorenzo sbaglia praticamente tutto: non copre, dribbla poco e male, calcia il pallone in maniera inguardabile. Sarri gli dà fiducia schierandolo dal primo minuto, ma la testa è altrove e si vede.

Mertens: 8. Man of the match! Ogni parola sarebbe superflua per definire la PESCARAsua prestazione da vero leader della squadra azzurra. Diciamoci la verità, la panchina stavolta era davvero immeritata, ma a Dries le chiacchiere non piacciono. Come sempre la risposta preferita del belga è quella a suon di gol,  supportata, stavolta, da un’occhiataccia alla panchina. Sarri, do you hear me?

Gabbiadini: 4 e mezzo. Assegnare un voto al povero Manolo crucifuxus, schierato fuori-ruolo col Pescara per evidenti emergenze in attacco, è estremamente ingiusto. La sua prestazione è incolore, le sue incursioni in area di rigore pescarese sono praticamente nulle, la pericolosità del suo sinistro potente è pari a zero. Le chiacchiere con Giuntoli e il suo procuratore al termine del match non lasciano ben sperare…

Milik: 6. Il talento polacco, arrivato all’ombra del Vesuvio circa due settimane fa, ha già impressionato in positivo la tifoseria azzurra e mister Sarri, che non ci pensa due volte a inserirlo nella ripresa. Due sinistri velenosissimi, entrambi respinti da Bizzarri, ma quanta classe per il centravanti classe ’94. Le sensazioni sono positive.

Callejon: 6 e mezzo. Quanto è importante quel numero 7 lì nel sistema di gioco azzurro? Tanto, troppo. Callejon rappresenta la classica ala offensiva che ogni allenatore vorrebbe avere a propria disposizione: fase di copertura, dribbling, coraggio, incursioni velenosissime in area di rigore. Un mix letale che rende Josè indispensabile agli occhi di Sarri e non solo.

Maurizio Sarri. Bravissimo nei cambi, un po’ meno nello schieramento dell’undici titolare. Anche lo scossone al termine del primo tempo deve esser stato notevole, ma dovrà adesso trovare le parole giuste per motivare un gruppo che ieri ha mostrato evidenti limiti non solo tecnici, ma anche e soprattutto psicologici.

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