Perizia “Montezuma”, arrivati i risultati
Perizia Montezuma, l’albero monumentale della villa comunale di Nola può ancora essere salvato
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Ha destato sorprese il risultato della perizia e della valutazione fitopatologica eseguita sull’esemplare arboreo di Taxodium Mucronatum, meglio noto come Montezuma, l’albero condannato al taglio dall’amministrazione comunale di Nola a causa di un’infezione fungina.
Secondo le analisi effettuate dal tecnico incaricato, Dottor Andrea Maroè dell’Università di Udine e tra i maggiori esperti del patrimonio arboreo nazionale, infatti, l’albero, pur trovandosi in una condizione di generale compromissione delle radici principali, è ancora salvabile e le possibilità di sopravvivenza sono superiori al 60%.
I risultati hanno fatto tirare un sospiro di sollievo ai tanti che si stanno battendo per salvare la sua vita e quella di molte altre piante della villa Comunale di Nola, chiusa da mesi a causa della presenza di un parassita che comunque le ha colpite.
Ma la sorpresa è stata ancor più grande quando la perizia ha rivelato che la pianta è risultata essere un esemplare unico in Italia nonché una pianta protetta che non si può tagliare.
Pur essendo presenti altri esemplari di Taxodium Mucronatum in Italia, inoltre, nessuno nel bel Paese può vantare le stesse dimensioni di quello della villa comunale di Nola, le cui dimensioni sono vicine a quelle del più grande albero di Taxodium esistente sulla Terra e presente in Texas (USA).
Il cipresso di Nola é infatti alto 21,59 metri contro i 25,9 del collega texano, ed è una pianta il cui valore supera abbondantemente i due milioni di euro.
In base alla valutazione finale di Maroé, “la pianta gode di un buono stato di salute generale, non evidenziando ancora alcuna regressione di tipo fisiologico dovuta all’età” (la pianta risale infatti all’Ottocento, ndr) e “l’accrescimento dei germogli e le reiterazioni sia radicali che dei germogli, oltre che la produzione di nuovo legno di sostegno, sono molto abbondanti, sintomo dell’elevata vitalità dell’esemplare“.
Resta comunque il fatto, rileva il perito, che “sia il valore meccanico (36%) che l’hazard rating (8/12) e la classe di rischio (c/d) presentano valori piuttosto elevati sia nella valutazione automatica che in quella tecnica per l’albero esaminato”.
La pianta, infatti, “presenta una cavità basale abbastanza estesa dovuta all’azione di una successione complessa di agenti fungini e agenti di carie bianca”.
Serviranno quindi una serie di interventi importanti per salvaguardare la pianta e mantenerla reattiva, fra le quali un urgente azione di potatura, la riduzione della chioma ed un opera di vera e propria dendrochirurgia sulle ferite e sulle precedenti azioni di potatura precedenti non correttamente effettuate.
Solo dopo si procederà a consolidare le branche e a modificare la posizione dell’albero, creando anche una zona di tutela attorno ad esso.
La parola passa a questo punto al comune di Nola, il quale dovrà ora tenere conto della perizia che smentisce quella iniziale del dottor Cardiello, che aveva condannato Montezuma al taglio insieme al 70% del patrimonio arboreo della villa comunale.
Intanto, le associazioni ecologiche esultano: il comune non potrà non tenere conto dei risultati della nostra perizia e dovrà considerare un analisi più approfondita anche sulle altre piante della villa, che in molti casi non sono state analizzate con il dovuto riguardo a causa degli elevati costi delle perizie.
Troppo frettolosamente, infatti, esse sono state considerate a rischio, e solo a partire dall’analisi effettuata su Montezuma.
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