Pascale, due ricercatrici conducono nuovi studi per sconfiggere il tumore del fegato
Sanità, al Pascale nuovi studi per sconfiggere il tumore del fegato condotti da due giovani donne del gruppo di ricerca coordinato da Luigi Buonaguro
Nuovi studi al Pascale di Napoli per provare a sconfiggere il tumore del fegato. A condurre le ricerche sono due donne del gruppo di ricerca di Luigi Buonaguro, responsabile della struttura dipartimentale di Immunoregolazione Tumorale del Pascale.
Ad oggi, il carcinoma epatocellulare è la terza causa di morte oncologica del mondo: causa circa 800mila decessi ogni anno.
Finora le strategie immunoterapeutiche messe in atto non hanno dato i risultati sperati. Fanno ben sperare, però, i recenti studi delle due ricercatrici del Pascale.
Secondo quanto riporta “La Repubblica di Napoli”, sono stati pubblicati su “Cancers” e “Cancer Letters”, famose riviste oncologiche mondiali, due articoli sugli studi in corso: uno di Mariella Tagliamonte, sulle nuove combinazioni immunoterapeutiche capaci di indurre contemporaneamente un’efficace risposta antitumorale e controbilanciare il microambiente tumorale immunosoppressivo. L’altro, invece, con la firma di Angela Mauriello, è incentrato sull’individuazione di nuovi bersagli molecolari, in particolare neo-antigeni mutati tumore-associati.
Mariella Tagliamonte, biologa 45enne con specializzazione e dottorato in medicina sperimentale, di Torre del Greco, da venti anni fa parte del gruppo di lavoro di Buonaguro e da dieci anni conduce studi sul tumore al fegato. E’ stata stabilizzata al Pascale lo scorso 30 dicembre.
Ha 30 anni, invece, la biotecnologa Angela Mauriello, di Marano. Lavora da due anni al Pascale come contrattista dopo una laurea sui tumori epatocellulari.
“Le terapie a nostra disposizione – spiega Buonaguro – offrono il 70 per cento di sopravvivenza a 5 anni solo negli stadi molto precoci della malattia. L’unico farmaco sistemico approvato per i pazienti in fase avanzata (Nexavar) ha un’efficacia molto limitata misurabile in pochi mesi. In questo scenario, devono essere sviluppate nuove strategie terapeutiche per l’HCC e l’immunoterapia rappresenta una grande promessa. A tutt’oggi però le diverse strategie immunoterapeutiche (checkpoint inhibitors, vaccini terapeutici, terapie cellulari) non hanno fornito risultati soddisfacenti quando applicate individualmente. Di conseguenza, la ricerca traslazionale pre-clinica e clinica è necessaria per fornire dati sperimentali essenziali allo scopo di aumentarne l’efficacia”.
Il management dell’Istituto dei tumori di Napoli esprime grande soddisfazione per i risultati raggiunti dalle due giovani ricercatrici.
“Tali contributi aggiungono un tassello significativo alle conoscenze per lo sviluppo di terapie più efficaci per i pazienti affetti da HCC – afferma il direttore scientifico Gerardo Botti – Inoltre forniscono al gruppo di Luigi Buonaguro informazioni fondamentali per continuare gli studi sul vaccino HEPAVAC, primo vaccino al mondo sul tumore al fegato, di cui saranno resi noti i risultati nei primi mesi del 2020, e per sviluppare nuove strategie terapeutiche vaccinali nell’ambito del programma regionale di lotta alle patologie oncologiche”.
“Siamo molto confidenti – aggiunge il direttore generale Attilio Bianchi – di essere sulla strada giusta nella patologia oncologica epatica. Anche i recenti investimenti in ricerca oncologica decisi dalla regione Campania ci fanno ben sperare in questo senso. Complimenti al gruppo di Buonaguro e in particolare a queste due giovani donne, orgoglio come tutti i nostri ricercatori, del Pascale”.
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