22 Novembre 2015

Nuovo sistema idrico regionale, cos’è? Le proteste dei Comitati per l’acqua pubblica

Cambia il sistema idrico regionale. I Comitati organizzano manifestazioni di protesta, l’appuntamento è a Piazza Matteotti il 28 novembre. I punti principali della legge De Luca/Bonavitacola

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A quasi una settimana di distanza dall’approvazione flash in Consiglio regionale – 20 minuti appena per la lettura articolo per articolo e la votazione tra le proteste – della legge sul ciclo idrico non si placano le polemiche. Il Coordinamento Campano per la gestione dell’acqua pubblica ha organizzato una manifestazione contro la nuova norma sabato 28 novembre presso Piazza Matteotti a Napoli.

Vediamo i punti fondamentali della legge De Luca/Bonavitacola

La Campania si conforma al modello indicato dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico nel rapporto nazionale 2015, benvisto dal Governo e dalla destra.

Sono aboliti i cinque Ambiti Territoriali Ottimali a favore di uno solo, suddiviso in cinque ambiti distrettuali e sotto il controllo regionale. Il potere degli ATO è ridotto e la gestione passa all’Ente Idrico campano, soggetto di governo dell’ATO regionale.

I 550 Comuni e i Consigli di Distretto perdono il compito di controllare, la facoltà di interrompere il contratto con l’azienda che gestisce il servizio idrico e hanno un potere quasi nullo sulle tariffe dell’acqua. Subentra il Comitato esecutivo di 20 membri, che elegge il Direttore generale, a cui spettano le decisioni su tutto il sistema idrico regionale.

L’articolo 21 legittima i Commissari Straordinari fino alla costituzione del nuovo ente, contro la sentenza del Tar che li ha considerati decaduti. La conseguenza è tutt’altro che lieve: si rischia un nuovo provvedimento sulle partite pregresse di Gori s.p.a. che spalmi 122 milioni di debito sulle spalle dei cittadini dell’ATO3 Sarnese/Vesuviano.

Mentre il Pd si vanta di “fare fatti e non chiacchiere”, piovono preoccupazioni e critiche. “Con questa legge le multinazionali si accaparrano le fonti dell’acqua”. A parlare è Maurizio Montalto, commissario straordinario dell’Abc, azienda del Comune di Napoli che gestisce il servizio idrico in città. Condivide i motivi di dissenso dei Comitati per l’acqua pubblica che hanno manifestato in Aula, ma – precisa – “non sono stato io a organizzare la protesta”.

L’attuazione della norma “affossa l’Abc, azienda pubblica che ha chiuso in attivo di 8 milioni di euro il suo bilancio e mette le mani direttamente alla fonte del Serino da cui arriva l’acqua per Napoli”.

A sostengo dei Comitati era presente in Aula al momento dell’approvazione padre Alex Zanotelli. “Sarà creata un’agenzia unica che gestirà la governance e le fonti stesse dell’acqua. È una vergogna che il Pd abbia approvato questa legge, un tradimento del referendum, i loro figli e nipoti li malediranno. Questa norma è la stessa di Caldoro, quella che eravamo riusciti a bloccare. Non ho le prove – commenta il prete –  ma deve esserci stata una trattativa, il governo Renzi vuole dare la gestione dell’acqua in mano a quattro multiutility: Piemonte e Liguria a Iren; la Lombardia ad A2A; Hera in centro Italia e Acea al sud”.

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