15 Dicembre 2016

Non solo N’Albero: ecco quello dei quartieri spagnoli

albero

Alto venti metri, un obelisco blu tra i tetti dei quartieri spagnoli: è questa l’idea di Mimmo Palladino per la struttura che sarà inaugurata oggi alle 18.30, ecco l’albero dei quartieri spagnoli

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A Napoli per Natale non c’è solo N’Albero. Nei Quartieri Spagnoli svetta  l’albero di Mimmo Paladino: una guglia, un obelisco, una bandiera per la città con il blu del mare, i numeri del tempo che scorre e i suoni dei vicoli, delle piazze, della Gente, del Natale. Uno scheletro nudo e fiero, un’opera d’arte alta circa venti metri. Il committente è un privato: il progetto sociale di Foqus, esempio di rigenerazione urbana promosso nell’ex Istituto Montecalvario da Rachele Furfaro con Renato Quaglia, che sull’antica collina spagnola hanno insediato imprese e scuole, aziende pubbliche e start-up, insieme a centri di meditazione e coop per la formazione. Si tratta di una variazione sul tema di quell’ Albero della Cuccagna già esposto a Lecce per Achille Bonito Oliva.

L’obelisco blu diventa, nella nuova rielaborazione, qualcosa di più intimo e semplice, che dialoga con questo territorio in particolare, e non a caso saranno i bambini dei Quartieri a partecipare tinteggiando la parte bassa. Un’idea che vuole porre un elemento di riflessione in più adatto al tema del Natale e al momento storico che viviamo“, ha spiegato Palladino. La guglia sarà issata a partire da oggi 15 dicembre,  nel cortile di Foqus, accompagnata dalle luci di Cesare Accetta e dai suoni che sta ultimando il compositore Pasquale Scialò.

Ma cosa pensa Paladino dell’altro albero, quello con terrazze e ristoranti su cinque livelli, e una base da 400 tonnellate? «Io di Napoli amo il suo paesaggio così com’è. Che poi ci siano delle presenze, delle idee, per fortuna temporanee, va bene. Ma non credo che ci sia troppa necessità di caricare ulteriormente, di nuovi segni, il profilo della città. Certo, lo so che ci sono persone a cui piace. Ma ritengo questo luogo già enormemente attraente. Ha la sua grande tradizione di musica e teatro, bellezze naturali a iosa, un’umanità unica al mondo. Ed è su questo sconfinato patrimonio, secondo me, che bisognerebbe puntare, accendendo tutte le luci».

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