18 Gennaio 2023

Niko Pandetta, la lettera dal carcere: “Voglio pagare per i miei sbagli”

Il cantante ha iniziato per protesta lo sciopero della fame

niko pandetta pistole nella prada

Sono passati tre mesi dall’arresto del cantante catanese Niko Pandetta a Milano, dov’è stato condotto in uno dei penitenziari più grandi d’Italia, Opera. Da allora il cantante non ha fatto sapere nulla di sé, fino a ieri con la pubblicazione di una lettera/appello nelle storie di Instagram, precedute da un rettangolo nero.

La lettera di Niko Pandetta sui social sarebbe la testimonianza di alcuni abusi da parte del personale penitenziario. “Il giorno che mi hanno portato a Opera qualcuno ha festeggiato”, si apre così la testimonianza; il cantante poi racconta di essere stato in isolamento, senza poter avere contatti con nessuno per una settimana.

“Dopo quella settimana – scrive – mi hanno portato nella sezione di tossicodipendenti, senza farmi analisi di nessun tipo, né nessun tipo di colloquio”. Secondo quanto scritto da Pandetta, l’unico colloquio avuto con la direttrice si sarebbe incentrato sull’umiliazione e non sulle proprie problematiche da detenuto. Anche il suo lato di artista sarebbe stato minato.

“La sua priorità è stata chiamarmi a colloquio non per parlare della mia rieducazione, né tantomeno per provare a capire le mie problematiche da detenuto. Ci ha tenuto però ad umiliarmi, come persona e come artista. Dall’alto della sua ostentata superiorità ha giudicato me e la mia musica e mi ha fatto capire che infondo non siamo tutti uguali, ma questo lo sapevo già”.

Niko Pandetta inizia lo sciopero della fame in carcere

Niko Pandetta a poi fatto riferimento alla richiesta delle telefonate e delle visite che dovrebbero spettare come ad ogni detenuto, senza nessun successo.

“Vedo gli altri detenuti prosegue andare a colloquio con familiari e amici, a me negano, negano tutto nonostante non abbia niente di diverso dagli altri. All’accanimento già c’ero abituato, ma quello che stanno provando a fare ora è distruggermi fisicamente e mentalmente”.

Sospese anche le videochiamate dopo una condivisione su TikTok. Per questi motivi Niko Pandetta ha iniziato uno sciopero della fame concludendo la lettera con la speranza di essere trasferito in una struttura in cui i diritti dei detenuti siano rispettati.

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