16 Novembre 2015

Napoli, si alza la voce del popolo contro la violenza

Napoli

Dopo le manifestazioni di vicinanza espresse da tutto il mondo nei confronti delle vittime di Parigi, anche Napoli si unisce alla voce della solidarietà. Numeroso il corteo che ha sfilato questa sera a via Toledo

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Le vostre guerre, i nostri morti”: recita così lo striscione che questa sera ha sfilato insieme con altre 500 persone a Napoli, in via Toledo. Il corteo si è riunito nei pressi della stazione metropolitana, per ricordare le vittime degli attentati di Parigi, protestare contro la violenza e alzare la voce contro ogni forma di strumentalizzazione razzista. La manifestazione è stata organizzata dal centro sociale Je So’ Pazzo – Ex OPG. Lungo la strada erano presenti numerose pattuglie di Carabinieri per presidiare la sfilata, diretta verso la Prefettura.
Il collettivo “Je so’ pazzo” ha contestato anche la riforma della scuola portata avanti dal Premier Matteo Renzi e dal Ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, soprattutto dopo gli scontri tra studenti e polizia avvenuti in Piazza Trieste e Trento lo scorso 13 novembre.

Napoli

Di seguito il comunicato della manifestazione:

“Quello che è successo a Parigi ci lascia sbigottiti.
Come ad Ankara, come a Beirut, come sempre accade negli attentati, centinaia di persone innocenti sono morte, vittime di una partita e di interessi più grandi di loro. Questi attacchi segnano l’ennesimo episodio di una guerra che ormai chiama in causa tutta la popolazione, a prescindere dalle convinzioni politiche, dalle religioni professate, dalle professioni svolte. Le tecniche della guerra vengono portate direttamente nel cuore della metropoli, rompendo l’illusione che si possa vivere una “normalità” mentre altrove si massacra. L’illusione che la guerra fosse solo un videogame da guardare in televisione, una dinamica in cui noi non c’entriamo nulla e possiamo restare a guardare tranquilli… Non è così.
Per questo noi, popoli e sfruttati dell’Occidente capitalistico, dobbiamo ribellarci, smettere di accettare passivamente la strategia folle dei “nostri” governanti, che hanno portato guerra dovunque, distruggendo Stati, paesi, civiltà, fino al punto da scatenare una reazione uguale e contraria – altrettanto bestiale e guerrafondaia – che arriva nelle nostre stesse città
Non possiamo abbandonare questi temi ai governi europei o alla propaganda mediatica: non vogliamo pagare il prezzo di decisioni a cui non abbiamo contribuito. Non vogliamo finire arruolati in una guerra che rifiutiamo, non vogliamo dover rinunciare alla nostra vita “civile”, non vogliamo essere controllati, schedati, avere paura dell’Altro, assistere a nuove violente campagne islamofobiche, a una caccia generalizzata allo straniero. Non vogliamo vedere gli spazi democratici ridursi ancora, perché se siamo in guerra si deve smettere di criticare, di parlare, si deve solo obbedire… Siamo stanchi di ascoltare le menzogne e gli sciacalli come Salvini, che usano queste tragedie per i loro giochini di potere.

NapoliPensiamo che questa guerra non finirà mai fin quando resterà al comando questa classe dirigente, che fa la guerra “fuori”, esponendoci come vittime della vendetta altrui, mentre fa la guerra anche a noi, peggiorando le nostre condizioni di vita ed eliminando ogni conquista sociale e politica. E pensiamo che, anche se sarà difficile, lottando insieme agli altri oppressi riusciremo a tenere aperto uno spazio di civiltà, di discussione, di incontro, una speranza di pace e di progresso.

Non rassegniamoci alla guerra, spegniamo il televisore, accendiamo il cervello! Disertiamo la guerra e le nuove crociate! Vi aspettiamo in piazza!”

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