Napoli, quella sensazione di eterno mai compiuto…
Napoli, che succede? Scelte tattiche in continuo cambiamento, giocatori spaesati, Capitano in tribuna e quella sensazione di un eterno mai compiuto…
Napoli – Genk è stata solo un’ulteriore conferma.
La squadra guidata da Carlo Ancelotti non convince oramai da diverse partite.
La stagione calcistica appena iniziata pare aver ripreso il filo – altalenante e poco soddisfacente – del girone di ritorno del Campionato conclusosi lo scorso maggio.
I 90 minuti di Genk hanno confermato il momento di scarsa incisività del gioco messo in campo dagli azzurri, dopo la prestazione deludente casalinga contro il Brescia, che aveva portato i 3 punti dopo un secondo tempo ricco di sofferenza.
Dopo 6 giornate di Serie A, la squadra è a -6 dalla capolista Inter, e a -4 dalla solita Juventus.
E, se è vero che anche chi ci precede non mostra un gioco convincente, è anche vero che le partite disputate dalla squadra partenopea hanno evidenziato una preoccupante discontinuità.
Il campionato si è aperto con il rocambolesco 3-4 in casa dei viola: una vittoria sofferta, che aveva messo in mostra delle importanti disattenzioni in fase difensiva, ma anche le solite – consolanti – certezze lì davanti.
Mertens, Callejon ed Insigne avevano regalato i sofferti 3 punti ad una squadra apparsa un po’ disorientata ed in fase di rodaggio.
Prevedibile, giustificabile anche.
Perché Koulibaly era tornato a Castelvolturno pochi giorni prima del fischio di inizio e la difesa, nuova per metà, non aveva avuto modo di lavorare insieme ed oleare i meccanismi.
Poi la sconfitta in casa della Juventus, arrivata con un’autorete proprio del nostro muro senegalese.
Sfortuna, senza dubbio. Kalidou si scusa con tutti sui social, i tifosi non smettono di tributargli il sostegno e l’amore che merita.
6 punti portati a casa di forza con Sampdoria e Lecce, gli spettacolari (ed imprevisti) 3 punti conquistati magistralmente contro il Liverpool in Champion’s League e poi il Cagliari.
Partita disputata in casa, un tempo regalato, un altro combattuto ma purtroppo senza il guizzo decisivo.
Una sconfitta che ha fatto male, e che ha evidenziato la difficoltà a trasformare in rete le numerosissime (17, di cui 10 nitide) occasioni costruite.
Una sconfitta figlia dell’imprecisione sottoporta e – come è sembrato ai più – di un approccio mentale alla gara completamente inadeguato.
Domenica scorsa, il Napoli incontra in casa il Brescia: 3 punti conquistati, ma stesso canovaccio.
Un tempo regalato, scarsa incisività, idee di gioco abbastanza indecifrabili ed un assetto tattico poco comprensibile.
E ieri è toccato al Genk.
Partita sottotono, partita dai ritmi forse troppo blandi per una sfida di Champions.
Una sfida che, sulla carta, pareva non nascondere insidie e che, come spesso la massima competizione europea insegna, ha dato un nuovo scossone alle presunte certezze di chi, probabilmente, pensava di avere già i 3 punti in tasca.
Ma la sfida con il Genk ha suscitato perplessità e polemiche: a sorprendere, l’esclusione del Capitano, che si è accomodato in tribuna.
I rumors di un suo rapporto non del tutto idilliaco con il Mister hanno trovato una conferma. Il Napoli ha smentito ma le perplessità restano.
Come restano quelle sull’oggetto sconosciuto Lozano, smarritosi dopo la buona prestazione con la Juventus.
Lozano, appunto: schierato come punta, ruolo che sembra non dare sfogo alle sue indubbie qualità.
Una menzione va fatta anche per Mertens: intervistato a fine gara, gli sono state chieste delucidazioni in merito all’eventualità del rinnovo contrattuale con il Napoli.
“Io voglio restare, non so se il Napoli sia dello stesso avviso“: parole che, in questo momento, preoccupano.
Non solo per ciò che concerne la sua permanenza in azzurro, ma anche perché sembrano evidenziare una certa tensione all’interno della Società, o quanto meno uno scontento da parte del giocatore.
Giocatore che, ricordiamolo, sta per raggiungere Maradona e che – lungo questa stagione – potrebbe consacrarsi come il miglior marcatore azzurro di tutti i tempi, conquistando lo scettro faticosamente raggiunto dall’ex Marek Hamsik.
Insomma, numerosi sono i motivi di perplessità tra i tifosi partenopei e anche tra gli addetti ai lavori.
Un assetto tattico ancora indefinito, possibile malcontento di alcuni giocatori, approccio ad alcune gare un po’ molle sono allarmi da non sottovalutare.
Domenica ci aspetta la sfida contro il Torino, poi due settimane di pausa.
Una pausa che, mai come questa volta, pare giungere al momento giusto.
Si impone una riflessione da parte della guida tecnica del Napoli e della Società tutta: perdere altro terreno peserebbe come una condanna all’esclusione dalla corsa scudetto, quella stessa corsa scudetto che, durante il ritiro di Dimaro ed anche immediatamente dopo, il Napoli pareva voler aggredire con forza, stando alle parole di allenatore e giocatori.
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