20 Marzo 2016

Napoli-Genoa, verso la gara del gemellaggio più bello

Il ciuccio e il grifone, da sempre unite in un profondo gemellaggio, si sfidano questa sera alle 18:00 allo stadio San Paolo di Napoli. Per gli azzurri ci sono in palio tre punti importanti per continuare l’inseguimento alla Juve. Il Genoa, invece, in una posizione tranquilla nella graduatoria del massimo campionato italiano, va in campo per staccare definitivamente le avversarie in lotta per non retrocedere

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Uniti da sempre, anche da prima che il gemellaggio del maggio 1982 suggellasse definitivamente l’amore e l’affetto reciproco che lega Napoli con Genova, sponda rossoblù.

Era il 1971 e a Napoli, a Bari e in altre città del sud scoppiò un’epidemia di colera causata da una partita di cozze avariate provenienti dalla vicina Tunisia.

Se la città reagì a quell’evento con grande dignità, affrontando e contenendo la malattia in tempo di record, lo stesso non accadde nel resto del paese, che approfittò dell’occasione per vomitare tutto l’odio verso quella che era stata considerata, da sempre, come la causa di tutti i mali d’Italia e un a vergogna per l’intera nazione.

Tutta, tranne una.

Gemellaggio

Napoli-Genoa, la curva del Ferraris unita in festa

Genova.

L’estate successiva all’epidemia fu drammatica per Napoli e il Napoli, perché nessuna delle squadre di quel paese che nell’inno parla di “Fratelli d’Italia” voleva condividere gli spogliatoi con i calciatori azzurri, finché al presidente Ferlaino non giunse un telegramma dal Genoa calcio che si disse “lieta di organizzare uno stage con la squadra titolare” del Napoli.

Del resto, la Liguria non era stata sempre immune al terribile virus del vibrione, e nell’Ottocento aveva dovuto affrontare le stesse difficoltà della città partenopea.

Tanto bastò per legare per sempre le due città e le due tifoserie, il cui gemellaggio fu sancito definitivamente nell’Anno del Signore 1982, quando il Genoa, già virtualmente in serie B, fu lasciato quasi pareggiare, ad un minuto dalla fine. Il Genoa si salvò e alla B fu condannato il Milan. Ma il pubblico del San Paolo esultò per quel gol del Grifone come se fosse stato un gol di un beniamino con la maglia azzurra.

Dopo trent’anni, Napoli e Genoa sono di nuovo qui a sfidarsi, e le polemiche del pre-gara sono da citarsi giusto per dovere di cronaca, da quella del mister Sarri, il quale ha sostenuto che la Lega ha penalizzato gli azzurri mettendoli in condizione di inseguire la Juve dopo una serie di gare spezzatino all’ora di pranzo e poi alle 18, fino a quella che cerca di stabilizzare il Napoli parlando di un certo addio del Pipita che invece è qui, sereno, e pronto a proseguire la sua corsa al 30mo gol in serie A.

Le polemiche non interessano quando in campo vanno due società che sono legate da un così potente sentimento di affetto, che i tifosi di entrambe le sponde desiderano continui per ancora tanti e tanti anni, finché questo gemellaggio non diventi effettivamente tra i più lunghi della storia del calcio.

Sarà un abbraccio, in campo, comunque vada.

Napoli con l’11 titolare confermato, Genoa che dovrà rinunciare a Munoz, Ansaldi e Marchese, con Pavoletti dovrebbe partire dalla panchina. In difesa De Maio, Burdisso e l’ex azzurro Izzo, a centrocampo l’ex Dzemaili con Rigoni al centro. In attacco chiude un altro ex, Pandev, schierato accanto a Cerci. Non è da escludere Suso.

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