De Crescenzo e il suo insegnamento più importante
Nella giornata di ieri ci ha lasciati Luciano De Crescenzo, ingegnere, filosofo, artista poliedrico. Tra i suoi tanti insegnamenti, quello di andare sempre alla ricerca del “dubbio” appare quello più attuale
Luciano De Crescenzo è morto ieri a 90 anni nella sua abitazione romana. Nella sua vita da artista poliedrico ha raccontato Napoli e le sue contraddizioni con classe e pungente ironia. Con la sua opera ha affrontato numerose tematiche che da sempre hanno affascinato l’uomo: Dio, il destino, il tempo, lo spazio e poi l’amore, la libertà. Celebre la distinzione in “uomini d’amore e uomini di libertà” ripresa in una delle scene iniziali del film che lo ha portato nelle case di tutti: “Così parlò Bellavista”.
Bellavista. Il Professor Bellavista. Un personaggio talmente impattante nella cultura partenopea (e italiana) da diventare un’icona. Una presenza talmente radicata nell’immaginario comune che ancora oggi, per tutti “la doccia è milanese, è stoica, mentre il bagno è napoletano e quindi epicureo”.
Tra i tanti insegnamenti che si possono trarre dall’opera del Professor De Crescenzo, ce n’è uno che sembra, oggi a maggior ragione, attuale ed essenziale. È quell’elogio al “dubbio” a dispetto delle “fedi incrollabili”, che spesso possono degenerare in violenze e volontà di prevaricazione.
Al di là della famosissima scena del film prima citato, dove alla lavagna il Professore spiega ai suoi adepti la differenza tra “punti esclamativi” e “punti interrogativi”, il passaggio viene ripreso nel libro “Il dubbio”, quello che lui stesso dichiarò essere “la cosa più bella che ho scritto”.
“Il Punto Interrogativo è il simbolo del Bene, così come quello Esclamativo è il simbolo del Male. Quando sulla strada vi imbattete nei Punti Interrogativi, nei sacerdoti del Dubbio positivo, allora andate sicuro che sono tutte brave persone, quasi sempre tolleranti, disponibili e democratiche. Quando invece incontrate i Punti Esclamativi, i paladini delle Grandi Certezze, i puri dalla Fede incrollabile, allora mettevi paura perché la Fede molto spesso si trasforma in violenza.” (Il dubbio)
L’elogio del dubbio è attuale nella declinazione in cui esso è apertura. Apertura all’altro, all’altrui idea, ma soprattutto apertura alla conoscenza. Avere dei dubbi vuol dire, in questo senso, approfondire e non rimanere in superficie. Perché è spesso per la comodità di rimanere in superficie, a galla, che si cade nella cecità. Quella cecità per cui si ha “fede incrollabile” in qualcuno o qualcosa, perdendo anche un po’ se stessi.
Oggi è allestita in Campidoglio la camera ardente. Dopo la scomparsa di Andrea Camilleri, il Mezzogiorno e l’Italia rimangono ancora un po’ più poveri. Restano di loro i tanti insegnamenti e l’eredità, pesante, che hanno lasciato.
Non sprechiamola.
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