Insegnante accumula 769 giorni di assenza da scuola per svolgere altri lavori. Presentati certificati falsi, ipotesi truffa allo Stato
Insegnante – Originario di Agrigento, era docente in una scuola secondaria di secondo grado a Pordenone, in Friuli.
In realtà, però, l’uomo si dedicava ad una fitta attività di consulenza per aziende private e pubbliche, stanziando nella sua città d’origine.
Era proprio stata a distanza tra la sua residenza in Sicilia e la sua sede di lavoro ad avergli permesso di ottenere un gran numero di congedi parentali che, sommati a numerosi certificati di malattia, avevano consentito all’uomo di fare ben 769 giorni di assenza da scuola.
Ma qualcosa è andato storto: la Guardia di Finanza di Pordenone ha indagato sul caso su delega del sostituto procuratore Federico Facchin.
Le assenze erano concesse dalla legge: il problema è, però, che l’insegnante, stando alle indagini svolte dalla Guardia di Finanza, dedicava i suoi giorni di malattia all’esercizio di altre attività lavorative, regolarmente retribuite.
Ciononostante, il docente aveva percepito ben 13mila euro dall’INPS.
Sono contestati al docente-consulente ben tre gravi anomalie:
- mancava autorizzazione da parte dell’istituto scolastico allo svolgimento delle attività di cui sopra;
- non aveva dichiarato alle Società per cui lavorava di essere dipendente pubblico;
- non aveva comunicato all’Istituto scolastico di appartenenza la sua attività lavorativa extrascolastica né le somme percepite.
La Finanza gli ha contestato emolumenti pari a 93mila euro.
Il Gip di Pordenone ha, così, sequestrato all’insegnante 13mila euro in via preventiva: la somma corrisponde a quanto ottenuto dall’INPS per la malattia e per congedo parentale.
Il danno erariale stimato si aggira attorno ai 110mila euro.
A riportare la notizia, i colleghi de Il Fatto Quotidiano.
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