24 Aprile 2020

In Cina potrebbe essere scoppiata la seconda ondata di epidemia

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Dichiarazioni e notizie trapelate dall’interno del paese: in Cina potrebbe essere scoppiata una seconda ondata di coronavirus questa volta a Nord

Della situazione nord della Cina ne abbiamo già parlato qualche giorno fa, quando in alcune città, si erano riscontrati alcuni casi da covid-19 non importati.

Inoltre alcune palazzine sarebbero state blindate, impedendo di fatto, l’uscita dei condomini per evitare l’esplosione dell’epidemia.

Purtroppo, stando alle notizie che cominciano a trapelare da quelle zone, la situazione pare stia degenerando velocemente.

Nicole Hao, giornalista cinese dell’ET racconta alcuni scenari inquietanti sui movimenti del governo cinese e del servizio sanitario nazionale che sta ricominciando a dare direttive di gestione sull’epidemia.

Di ufficiale a livello internazionale, non c’è ancora nulla ma intanto alcuni funzionari della città di Harbin, nella Cina settentrionale, hanno denunciato casi di covid-19, secondo alcuni documenti riusciti ad uscire dal paese.

Nel frattempo, un grande ospedale di Harbin ha smesso di accettare nuovi pazienti a causa della saturazione dei posti di cura e le numerose infezioni tra il personale medico.

Alcuni impiegati sarebbero stati spostati nei centri di quarantena per la presenza di sintomi riconducibili al coronavirus.

All’inizio di aprile, le autorità della provincia nord-orientale di Heilongjiang, hanno riportato un’altra ondata di infezioni in diverse città
La situazione più grave si trova ad Harbin, la capitale della provincia.
Il commentatore degli affari cinesi con sede negli Stati Uniti, Tang Jingyuan in un’intervista spiega che:
“Il regime cinese non ha annunciato la vera situazione dell’epidemia sin dal primo giorno, quindi dobbiamo pensare allo scenario peggiore”.

Dati ufficiali

Dal 10 aprile, Harbin ha annunciato una sola infezione: un uomo di 87 anni, di nome Chen, che vive a Daowai.

Stando ai dati interni che sarebbero stati recuperati da alcune testate giornalistiche invece, ci sarebbero molte più infezioni registrate quel giorno.

Le autorità di Harbin hanno anche affermato che la prima infezione nella seconda ondata della città è stata diagnosticata il 9 aprile, identificando il paziente come un uomo di 54 anni.

In tutto il resto della regione invece le autorità hanno segnalato 78 casi di coronavirus e tutti i pazienti stanno ricevendo cure in ospedale.

Tuttavia, qui scatta un’altra incongruenza quando si incrociano i dati: nessuno dei 78 pazienti annunciati, né i contatti stretti di Chen annunciati dalle autorità come pazienti con virus, corrispondono ai pazienti elencati nei documenti delle testate.

Capitolo medici

Ai cittadini infetti si aggiunge anche la situazione grave dei medici: a due medici e sei infermieri è stato diagnosticato il virus all’ospedale Harbin.

Nel frattempo, sale a 216 il numero del personale medico dell’ospedale attualmente sotto osservazione nei centri di quarantena; Altri 189 sono stati mandati a casa per l’auto-quarantena.

Ad Harbin, due ospedali hanno annunciato il 20 aprile che non avrebbero preso più nuovi pazienti perché “ci sono troppe infezioni da coronavirus nel nostro ospedale di recente”.

Alcuni residenti del distretto di Daowai hanno raccontato di vivere una situazione assurda, dove non c’è quarantena ma l’epidemia pare essere ormai scoppiata.

Cina è ancora allarme covid-19 città in allarme quarantena

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