5 Marzo 2021

Il vaccino AstraZeneca e i suoi effetti collaterali: cosa è successo a chi lo hanno somministrato

Immagine da web

asl napoli 2 astrazeneca

Il vaccino AstraZeneca e i suoi effetti collaterali hanno messo KO metà della popolazione. Ecco quali sono stati i sintomi avvertiti

In Italia è iniziata ormai da qualche settimana la somministrazione del vaccino contro il COVID-19, il Vaccino AstraZeneca. Si tratta del terzo vaccino arrivato nel nostro Paese per prevenire la malattia, causata dall’infezione del virus SARS-CoV-2. Anche questo vaccino, come i precedenti Pfizer BioNTech e Moderna, è stato autorizzato da EMA (European Medicines Agency – Agenzia Europea per i Medicinali) e da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ed è indicato nelle persone a partire dai 18 anni di età. La sua è un’efficacia di circa 82% dopo la seconda dose somministrata.

AstraZeneca si è impegnata a consegnare fino a 3 miliardi di dosi di vaccino COVID-19 a livello globale entro la fine del 2021 – a soli 18 mesi dal primo accordo stretto con l’Università di Oxford per lo sviluppo e la produzione del vaccino – favorendone un accesso ampio, equo e senza profitto per tutta la durata della pandemia. Ma tanti sono stati gli effetti collaterali che si sono manifestati nelle persone che sono state sottoposte a tale vaccino: febbre alta, dolori muscolari, senso di stanchezza generale, forti emicranie e brividi sparsi. Tali effetti sono stati avvertiti da gran parte della popolazione a cui è stato somministrato il vaccino AstraZeneca. A Palermo, addirittura, le scuole sono state quasi svuotate a causa dei bambini che non potevano essere presenti poiché a letto con i sintomi sopra descritti. Effetti collaterali comunque normali e non preoccupanti che andrebbero via in un 1 o 2 giorni.

Andrea Gori, direttore delle Malattie Infettive del Policlinico di Milano, ha spiegato e rassicurato al Corriere della Sera: “È un ottimo vaccino che evita la malattia – ha detto – Dobbiamo chiederci quale è la finalità di questa vaccinazione: è importante che protegga dallo sviluppo di forme gravi, quindi dalla morte e dal ricovero in ospedale. E in questo senso l’efficacia è al 100 per cento”. 

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