21 Luglio 2022

Il calcio nelle suo Ventre:”Maggio, per tutti SuperBike”

Christian Maggio, l’uomo che per 10 anni ha percorso la fascia destra azzurra;

Vicenza, 1 ottobre 2000. Toni, Kallon e compagni giocano in quella che sarà poi l’ultima stagione in Serie A del Vicenza Calcio. Mister Edy Reja alla guida dei vicentini fa esordire un giovanissimo prospetto della primavera, si chiama Christian Maggio. E in un Milan-Vicenza datato 11 Febbraio 2000, calcherà per la prima volta un campo di Serie A. In quella stagione il Vicenza verrà retrocesso in Serie B, ma il giovane Christian nelle successive 2 stagioni attirerà l’attenzione della viola; che nel 2003 lo preleverà in prestito.

Il ragazzo di Montecchio Maggiore se la cava, spinge sulla fascia ed è attento difensivamente. Ha una grande velocità, particolare da tenere in mente nel corso della sua carriera. Durante la prima stagione trascorsa a firenze il ragazzo si guadagna la fiducia dei viola, tanto da favorirne il riscatto dal Vicenza. Maggio resterà li fino al 2006, quando verrà girato in prestito al Novara.

Il passaggio al Novara in prestito, è una sliding door della sua carriera. Durante lo stesso anno, Maggio finisce nel mirino della Samp; dopo appena 11 presenze si trasferisce al Doria in prestito al termine della stagione 2005/6. Il riscatto in Blucerchiato è presto fatto, l’operazione da 3 milioni e mezzo di Euro, che porta Chriatian Maggio in una delle piazze italiane piú belle del primo decennio degli anni 2000.

La prima stagione in Blucerchiato di Maggio è di assestamento, il ragazzo deve ambientarsi. Ma nel secondo anno, Maggio si consacra. Nella stagione 2007/8 Christian Maggio sboccia, e mette a segno 9 reti in Serie A. All’età di 26 anni, il laterale destro esplode calcisticamente, in Serie A.

Aiutato da una stagione da record e dagli assist di Fantantonio Cassano. Ragazzo dalla tecnica, qualità e intelligenza tattica grandiosa; ma con la testa di un ragazzino che non è cresciuto mai. Il terzino con la 7 sulle spalle ha: Velocità, tecnica, personalità, attenzione difensiva e senso del gol. Quella stagione per tutta la sua carriera, resterà la piú proficua nella casella gol. Forse un segno del destino, la voce dei gol che si è fermata con il numero 9, che da una stagione il Napoli sembra aver perso. L’arciere Calaiò sembra aver terminato le frecce; e l’arrivo di Zalayeta è stato fallimentare. In data 1 luglio 2008 di quell’anno il club campano acquista Christian Maggio. Casualità, di li a poco il Napoli troverà un magnifico numero 9, si chiama Edinson Cavani ed arriverà dal Palermo nel 2010; ma questa è un’altra storia.

Christian Maggio trascorrerà 10 lunghi anni all’ombra del Vesuvio. Ciò che era da tenere d’occhio come citato sopra, era la sua velocità. Di li a poco il ragazzo di Montecchio Maggiore, diventerà per tutti SuperBike Maggio. Dieci lunghi anni fatti di sudore lungo quella fascia, portando orgogliosamente il numero 11 sulle spalle. 233 presenze e 20 gol con la maglia azzurra. Nel 2008 riceve la prima convocazione in Nazionale maggiore da Marcello Lippi, che insieme al club campano venne stregato da quel giocatore; che senza fiatare volava sulla fascia destra.

Con la maglia dei partenopei, Christian Maggio conquisterà 2 Coppe Italia ed una Supercoppa; non riuscendo mai a salutare i propri tifosi nella stagione 2017/18. Quella maledetta stagione che stava per riportare i napoletani al trionfo, regalò prima danno e poi beffa. Maurizio Sarri, rimasto traumatizzato dal triste epilogo che colpí il Napoli, non concesse l’ultimo saluto che Maggio avrebbe meritato. Lui che piú di tutti non ha mai fiatato, mai una parola fuori posto; uno di quelli che lasciava parola al campo. Dimenticare Christian Maggio è praticamente impossibile, per chi ama uomini di sacrificio e sudore.

L’umiltà, la fatica, il sudore, e l’appartenenza. Valori calcistici ed umani che rispondono ad un solo nome. Christian Maggio, per tutti SuperBike.

Questo é “Il calcio nel suo Ventre”; un racconto di pancia, che da ascolto alle emozioni, con un pizzico di romanticismo e nostalgia. Perché non c’è nulla di piú romantico di un pallone che si insacca, accolto dal boato della curva.

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