Il calcio nel suo Ventre: “Karim Benzema, The Dream”
Il calcio nel suo Ventre: "Karim Benzema, The Dream"
I sacrifici nella vita contano, spesso non capiamo a prima vista l’importanza che essi possono avere. I sacrifici, quelli fatti mettendo anche se stessi in secondo piano, sono quelli che possono ripagare di piú.
Questa è la storia di Karim “The Dream” Benzema, uno degli attaccanti piú eleganti e piú forti di tutti i tempi e di come è diventato leggendario. “EL Gato” così lo chiamava Mourinho quando sedeva sulla panchina blancos. Il passaggio dal Lione al Real, rappresenta una svolta nella vita da calciatore di Karim Benzema. Con Mou nascerà un rapporto molto particolare, risuona ancora oggi quella affilata frase che José disse riguardo al ragazzo di Lione.
“Si no tienes un perro para ir a cazar y tienes un gato vas con el.” Che significa: Se non hai un cane per andare a caccia e hai un gatto, vai con lui. Sin dal primo giorno lo ha spronato a diventare un Leone, un killer spietato.
Dal 2011 ad oggi molte cose son cambiate, Karim si è evoluto. Oggi Karim Benzema, è diventato Leggenda. Martedì 18 Ottobre 2022, “The Dream” è diventato realtà. Benzema ha vinto il Pallone D’Oro.
È sicuramente da citare il fatto che anche Robert Lewandowski avrebbe meritato il pallone d’oro. Specie dopo l’ingiusto annullamento dell’assegnazione del premio nella stagione 2019/20. La signoria del Polacco sta tutta nei complimenti fatti al Francese del Real Madrid.
Ancora una volta ha vinto la classe, il velluto, la raffinatezza, l’incisività di chi per anni si è messo a disposizione del gruppo. Un gruppo in cui ora, è Leader totale. Un nome di un calciatore che resterà per sempre inciso nella storia del Real Madrid.
Quella ormai indelebile fasciatura alla mano destra, è diventata il simbolo di uno degli attaccanti piú forti di sempre. L’uomo che con le ali pericolosamente vicine alla rottura, ha imparato a spiccare il volo.
Karim Benzema, per sempre The Dream.
Questo é “Il calcio nel suo Ventre”; un racconto di pancia, che da ascolto alle emozioni, con un pizzico di romanticismo e nostalgia. Perché non c’è nulla di piú romantico di un pallone che si insacca, accolto dal boato della curva.
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