29 Settembre 2022

Il calcio nel suo Ventre: Fernando Torres, per sempre El Niño

Fernando Torres, la storia di una delle piú grandi promesse del calcio, la cui stella si spense troppo presto.

Il fatal destino, la sabbia che si dissolve dal palmo chiuso di una mano. Questa è la storia di Fernando Torres, uno degli attaccanti piú forti di tutti i tempi; il cui destino era già segnato.

El Niño Torres è un comune ragazzo di Fuenlabrada, piccolo comune spagnolo di circa 193mila abitanti. Uno di quei ragazzini con un solo pensiero nella testa, il calcio.

Solare, biondo e con delle lentiggini sul viso, un’innocente ragazzino che sogna di vivere la vita calciando un pallone. Il soprannome citato poc’anzi, sarà il segno distintivo della sua persona. Anche in età adulta, infatti, Fernando manterrà la passione primordiale per la “Pelota”.

Torres approda nelle giovanili dei Colchoneros nel 1995, firmando con il suo sangue l’unione tra la sua anima e lo spirito dell’Atletico Madrid. Il significato primario del suo soprannome, sta nella precocità con la quale il giovane ragazzo di Fuenlabrada è riuscito a sfondare la porta d’accesso al calcio professionistico.

Con la prima squadra dei biancorossi di Madrid, Torres collezionerà 214 presenze segnando 82 reti. All’età di 23 anni, la chiamata a cui El Niño non può rispondere con esito negativo. Il Liverpool di Rafa Benitez brama ardentemente il brillante centravanti dalla faccia da ragazzino.

All’ombra del Merseyside, Fernando si consacrerà. Torres piomberà nella sala degli attaccanti migliori di sempre, ancora ignaro del suo destino. Un fenomeno, un calciatore dalle abilità balistiche e tecniche paurose. Un primo anno ad Anfield, sensazionale. Stagione 07/08, 33 partite e 24 gol al primo anno in Premier League. Nelle due stagioni successive, Fernando Torres otterrà rispettivamente 14 e 18 centri nella massima divisione del calcio inglese.

L’ascesa di Fernando Torres, da Euro 2008 in poi, è totale. Attaccante straripante che manda in tilt le migliori difese d’Europa. In coppia con El Guaje David Villa, è semplicemente ingiocabile. Ma il destino, è sempre dietro l’angolo. Lí, pronto ad aspettare per colpire pesantemente; distruggendo ogni sogno.

19 Aprile 2010, la data del punto di non ritorno, a seguito di un infortunio al ginocchio el Niño vola in Spagna ad operarsi. Il centravanti dei Reds si sottopone in meno di 120 giorni a 2 interventi di pulizia della cartilagine al ginocchio destro.

Fernando Torres a seguito delle due sessioni sotto i ferri, non è piú lo stesso. El Niño non riuscirà mai a riprendersi psicologicamente da quello stop, improvvisamente si ferma l’ascesa di una stella. Al ragazzo di Fuenlabrada cade il mondo addosso, nulla è piú come prima. Quando la testa non c’è, il corpo getta la spugna.

Dopo la riabilitazione, e dopo aver appartmenemente smaltito la batosta, cambia aria. Lo scorcio meraviglioso targato Liverpool, termina. Torres si trasferisce al Chelsea nell’estate dello stesso anno. Nei Blues della prima Champions League nel 2012, lui ne è partecipante attivo.

Dopo la parentesi Chelsea, passerà al Milan; dove segnerà appena 1 gol in 10 partite in rossonero. Poi, la chiamata da “casa”. Il ritorno del Figliol “Prodigio”. Lo spirito colchoneros ormai fuso alla sua anima, lo richiama a se; a distanza di 15 anni. Con il ritorno all’Atletico Madrid, conquisterà la sua seconda Europa League nel 2017; dopo quella vinta coi Blues nel 2013.

La realtà è che Torres non ha mai realmente superato quell’infortunio. Quel ragazzino partito da un piccolo comune, ha toccato le stelle con mano, precipitando con ferocia al suolo; a causa del fatal destino. Al giorno d’oggi Torres è l’allenatore del Juvenil A dell’Atletico Madrid, in lui lo spirito colchoneros è totalmente innestato.

Fernando Torres, un sognatore il cui animo è stato lentamente strappato via. Per sempre, eternamente, El Niño.

Questo é “Il calcio nel suo Ventre”; un racconto di pancia, che da ascolto alle emozioni, con un pizzico di romanticismo e nostalgia. Perché non c’è nulla di piú romantico di un pallone che si insacca, accolto dal boato della curva

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