Il “bacile di rose” per il giorno dell’Ascensione. Di cosa si tratta?
Nel giorno dedicato dalla Chiesa Cristiana all’Ascensione di Gesù, una tradizione molto diffusa nel vesuviano prevede il rito del “bacile di rose”. Di cosa si tratta?
Oggi cade la festività cristiana dedicata all’Ascensione. Secondo il Vangelo di Luca, infatti, Gesù – dopo la sua Risurrezione e dopo le ripetute apparizioni agli apostoli – salì al cielo con il suo corpo per non comparire più sulla Terra fino alla sua Seconda venuta. Le modalità di questa ascesa vengono descritte, però, soltanto in questo testo e negli Atti degli apostoli – opera anch’essa attribuita a Luca – mentre l’episodio è assente (o trattato in modo superficiale) negli altri testi del Nuovo Testamento. In relazione a questa ricorrenza, tanti territori del vesuviano preservano la tradizione del “bacile di rose”.
Questo rito di natura religiosa consiste nel preparare la sera antecedente il giorno dell’Ascensione un bacile (“O vacille“) con acqua, rose e altre erbe profumate per poi disporlo su di un davanzale o un balcone. C’è la credenza, infatti, che Gesù – nell’atto dell’ascensione alla Casa del Padre – benedica questi bacili. Il mattino seguente, dunque, la tradizione vuole che ci si lavi il viso con quelle acque in segno di purificazione e benedizione.
Il rito del bacile di rose (“O vacille cu ‘e rrose“) è molto diffuso in Campania, soprattutto nelle zone vesuviane. In particolar modo, coinvolge il comune di Scafati dove la tradizione si intreccia con la venerazione di Santa Maria dei Bagni, che nella tradizione mariana viene identificata come una delle “sette sorelle”.
Ascensione e bacile di rose: lo spostamento della festività e del rito
Fino a pochi anni fa la festività dell’Ascensione veniva celebrata il giovedì della sesta settimana del Tempo pasquale, quello precedente alla settima domenica di Pasqua e, dunque, esattamente 40 giorni dopo la Resurrezione del Cristo. Ma da qualche anno – in concomitanza con la soppressione in Italia della festività civile dell’Ascensione con legge 5 marzo 1977, n. 54 – la Santa Sede ha concesso alle Conferenze Episcopali nazionali di poter trasferire la celebrazione dell’Ascensione dal giovedì alla domenica seguente. Con questa possibilità si cercava di “esporre più persone al mistero dell’Ascensione del Signore”.
L’assemblea italiana dei vescovi ha, dunque, optato per lo spostamento, proprio per permettere ai fedeli lavoratori – ai quali non era più concessa la festività per legge – di partecipare alla sacralità dell’Ascensione. E, di conseguenza, anche il rito del bacile si svolge ormai di domenica.
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