10 Marzo 2022

Guerra in Ucraina: le aziende fermano le attività in Russia

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Guerra Russia Ucraina: CocaCola, Pepsi, Mcdonald’s e Starbucks, le grandi imprese americane sospendono le attività in Russia

GUERRA RUSSIA UCRAINA-É ormai ufficiale. Sempre più aziende, soprattutto americane, stanno decidendo di fermare le attività e le vendite in Russia, in seguito all’invasione dell’Ucraina. Aderiscono a questa iniziativa i colossi CocaCola, Pepsi, Mcdonald’s e Starbucks, motivando la loro scelta.

”I nostri cuori sono vicini alle persone che stanno subendo gli effetti inconcepibili di questi tragici eventi in Ucraina”. ”Continueremo a monitorare e valutare la situazione – si legge in una nota – man mano che le circostanze si evolvono”, dichiara l’azienda CocaCola.

Poco dopo si è aggiunta anche la Pepsi. Come si legge in una nota, Il colosso sospenderà tutte le vendite in Russia, oltre agli investimenti di capitale, la pubblicità e le attività promozionali. L’azienda interromperà anche le operazioni in Ucraina per consentire ai dipendenti di cercare sicurezza mentre la guerra si intensifica nel Paese.

Inoltre Starbucks: “Condanniamo gli orribili attacchi della Russia in Ucraina e siamo solidali con tutte le persone colpite – ha affermato il Ceo di Starbucks Kevin Johnson – Continuiamo a monitorare i tragici eventi e oggi abbiamo deciso di sospendere tutte le attività in Russia, inclusa la spedizione di tutti i prodotti Starbucks”.

Anche Mcdonald’s decide di esprimere vicinanza all’Ucraina per la delicata situazione in cui versa e condanna la Russia, stoppando le attività  sebbene siano coinvolti affari sostanziosi. A quanto pare, a differenza di altri fast food in Russia che sono di proprietà di franchisee  McDonald’s possiede l’84% delle sue sedi russe. Il gigante degli hamburger garantisce che continuerà a pagare i suoi 62.000 dipendenti in Russia ma in una lettera aperta ai dipendenti, il presidente e ceo di McDonald’s Chris Kempckinski ha affermato che la chiusura per ora è l’unica soluzione attuabile. Anche altri colossi come quello della birra e della Sony comunicano ufficialmente lo stop.

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