28 Marzo 2024

Fratelli Pellini: annullata la confisca dei beni

La Cassazione ha stabilito la restituzione dei beni per i tre fratelli imprenditori ritenuti responsabili della Terra dei fuochi: numerose le proteste

Terra-dei-fuochi

I fratelli Pellini riavranno indietro i loro beni: così ha stabilito la Cassazione in merito ai tre fratelli responsabili del fenomeno della Terra dei fuochi.

La restituzione dei beni sembra essere dovuta a vizi procedurali formali. La condanna era arrivata nel 2017 per i tre imprenditori ritenuti responsabili dello sversamento di rifiuti tossici nella zona di Acerra.

La restituzione dei beni dei fratelli Pellini e le reazioni

Era il 2017 quando i tre fratelli, Salvatore, Cuono e Giovanni Pellini, venivano condannati per sversamento di rifiuti tossici nella città di Acerra. I tre, però, non sconteranno i sette anni previsti, ma soltanto pochi mesi grazie all’indulto.

Il fenomeno della “Terra dei fuochi”, che comprende Acerra così come molte altre zone dell’hinterland campano, ha ovviamente contribuito, come provato da diversi studi scientifici, all’aumento considerevole dei casi di cancro sul territorio.

Adesso la Corte di Cassazione ha annullato senza possibilità di rinvio l’ordine di confisca dei beni dei fratelli imprenditori: i tre riavranno quindi indietro il loro patrimonio dal valore di 220 milioni. Numerose sono state le reazioni e le proteste di fronte tale decisione. Libera e Legambiente hanno infatti parlato di una ferita aperta al cuore. L’associazione Libera, in particolare, ha fatto appello al Ministro della Giustizia Carlo Nordo. La speranza è che il ministro riesce a trovare un’altra strada perchè la comunità di Aceraa possa avere giustizia.

Anche secondo l’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, si tratterebbe di uno scandalo vero e proprio. Costa, in particolare, sottolinea come la decisione sia stata dovuta unicamente a un difetto nella trasmissione degli atti: una questione che gli ispettori dovranno indagare e che verrà portata all’attenzione del ministro Nordo. Potrebbero quindi ancora essere oggetto di indagine le motivazioni che hanno portato alla restituzione dei beni ai fratelli Pellini.

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